L’ex presidente degli Stati Uniti ed ex leader dei Repubblicani, Donald Trump, è stato incriminato per la terza volta. Dopo le accuse per il pagamento alla pornostar Stormy Daniels e le carte segrete a Mar-a-Lago, il tycoon che vorrebbe sedere ancora una volta alla Casa Bianca, è stato incriminato da un gran giurì federale per l’assalto al Congresso del 6 gennaio del 2021.
A riportare la notizia è l’emittente Abc. Tra i quattro capi d’accusa contenuti nell’atto di incriminazione federale nei confronti di Trump c’è, al punto uno, quello di aver cospirato per frodare gli Stati Uniti. Questo reato prevede una pena massima di cinque anni di carcere.
A quanto si apprende, le altre due accuse sono quelle di "cospirazione per ostacolare un procedimento ufficiale" e "ostruzione di un procedimento ufficiale". Insieme, queste comporterebbero massimali molto più pesanti: fino a venti anni di carcere. La quarta accusa contro Trump, invece, è di "cospirazione contro i diritti", che prevede una pena massima possibile di dieci anni. Il gran giurì federale ha inoltre ritenuto che siano valide le prove raccolte finora nei confronti dell’ex capo dei conservatori americani, accusato di aver tentato di sovvertire il voto del 2020. L’indagine elettorale è stata guidata dal consigliere speciale Jack Smith, che ha anche supervisionato un’indagine separata sulla conservazione di documenti riservati da parte di Trump nella sua casa di villeggiatura Mar-a-Lago dopo che il tycoon lasciò la Casa Bianca nel 2021.
Trump è stato convocato per comparire domani davanti al giudice. Subito prima che la notizia venisse diffusa dai media, era stato lo stesso ex presidente a renderla nota attraverso il suo social “Truth“: "Ho sentito che lo squilibrato Jack Smith, per interferire con le elezioni presidenziali del 2024, pubblicherà un’altra falsa incriminazione del vostro presidente preferito...".