Venerdì 27 Settembre 2024
LORENZO PRIVIATO
Cronaca

Arrivano i primi soldi. Fino a 900 euro mensili per le famiglie colpite. La rivolta delle carriole

Faenza, la protesta pacifica per i ritardi: gli alluvionati portano fango ai politici. La governatrice nominata commissaria: 30 giorni per gli interventi più urgenti.

Arrivano i primi soldi. Fino a 900 euro mensili per le famiglie colpite. La rivolta delle carriole

Faenza, la protesta pacifica per i ritardi: gli alluvionati portano fango ai politici. La governatrice nominata commissaria: 30 giorni per gli interventi più urgenti.

FAENZA (Ravenna)

La Romagna è ancora in ginocchio e sta cercando, per la seconda volta, di rialzarsi. Ma oltre ai danni materiali, ciò che emerge è un profondo senso di abbandono e frustrazione. A Faenza, i cittadini alluvionati avevano organizzato una manifestazione simbolica, che si sarebbe dovuta concludere col riempimento di sette carriole di fango, ciascuna rappresentante un’istituzione – dall’Ue agli enti locali – per denunciare l’inefficacia e il ritardo nelle risposte all’emergenza. Protesta interrotta quando un gruppo di militanti di Forza Nuova si è introdotto tra i manifestanti, urlando slogan e insulti. I cittadini hanno così deciso di sospendere la loro protesta pacifica.

Intanto un’ordinanza della Protezione Civile ha nominato la presidente della Regione facente funzioni, Irene Priolo, commissario per l’emergenza, e disciplina i primi interventi. Priolo, presente ieri a Bagnacavallo – una delle zone più martoriate – ha ribadito la volontà di "fare presto e bene" nella gestione dei primi fondi stanziati dal governo per far fronte ai danni. La seconda novità è che si potranno anche cominciare ad assegnare i primissimi contributi, fino a 900 euro a famiglia. Sullo sfondo i toni però non si abbassano, né sul piano nazionale col nodo delle polizze assicurative, né su quello locale. E resta il nodo delle assicurazioni anti-catastrofe obbligatorie o meno per le famiglie. Da Potenza il ministro Nello Musumeci, dal quale l’ipotesi di obbligo era partita, ieri parlava di una "fase di avvio facoltativa". Sulla stessa linea il leader della Lega Matteo Salvini, perché l’obbligo sarebbe "un’ulteriore tassa. Per Irene Priolo, che ora da commissaria ha 30 giorni di tempo per definire gli interventi urgenti, l’obbligo sarebbe semplicemente una misura "iniqua". Passeranno sempre da lei i primi contributi alle famiglie che hanno la casa distrutta o sgomberata. Assegni da 400 euro per i nuclei singoli a massimo 900 euro mensili per le famiglie con cinque o più persone. Altri 200 euro per la presenza eventuale di anziani o disabili. Prevista anche la possibilità di chiedere la sospensione delle rate dei mutui. Per questi primi interventi urgenti sono a disposizione i 20 milioni deliberati sabato dal Consiglio dei ministri.

Intanto gli sfollati sono calati a 1.200, mentre i tecnici continuano a intervenire sulle rotture arginali e a installare pompe per drenare l’acqua, la tensione tra i cittadini è palpabile. Il comitato degli alluvionati dell’Unione della Romagna Faentina lancia un grido di dolore: disperazione, umiliazione, collera. Forconi, questa la parola che risuona tra la folla, con la sensazione che le istituzioni non abbiano fatto abbastanza per prevenire il ripetersi della catastrofe. Per molti, la situazione è intollerabile: dopo tre devastazioni in meno di due anni, la pazienza è finita.

A Faenza, la mancata sicurezza del territorio e il degrado della rete fognaria sono accusati di aver amplificato i danni. Gli interventi urgenti sono rimasti sulla carta. "Le nostre case si sono riempite ancora una volta di acqua putrida, trascinandoci in una condizione di ristrutturazione continua" denunciano i residenti dei quartieri più colpiti. Il grido di rabbia dei cittadini non si ferma qui: si rivolgono anche al governo e ai rappresentanti locali, chiedendo ai sindaci e alle giunte di pretendere di più dai gestori di servizi. Mentre la tensione sale, sul campo si continua a lottare contro il disastro. Su tutte le rotture arginali si stanno posizionando massi ciclopici. Nel paese di Traversara, il simbolo di questa nuova Apocalisse, una zona è stata perimetrata per isolare le case lesionate, mentre medici e psicologi le battono porta a porta per offrire assistenza. La Romagna è ferita, ma non è sola. Mentre i lavori per mettere in sicurezza il territorio proseguono, la gente continua a lottare, tra rabbia, disperazione e una voglia indomabile di ricostruire.