Venerdì 18 Ottobre 2024
NICOLA PALMA
Cronaca

Arrestati due baristi. Ruba i gratta e vinci, ucciso a colpi di forbici

Il 37enne scassina la serranda di notte, i titolari cinesi svegliati dall’allarme. Hanno aggredito il ladro in fuga e lo hanno colpito con 20 fendenti. Fermati per omicidio, il più giovane aveva chiamato il 118: un uomo sta morendo.

Arrestati due baristi. Ruba i gratta e vinci, ucciso a colpi di forbici

Il 37enne scassina la serranda di notte, i titolari cinesi svegliati dall’allarme. Hanno aggredito il ladro in fuga e lo hanno colpito con 20 fendenti. Fermati per omicidio, il più giovane aveva chiamato il 118: un uomo sta morendo.

e Marianna Vazzana

Un mazzetto di gratta e vinci ormai inzuppati dalla pioggia. Pochi metri più in là, il cadavere dell’uomo che li stringeva in mano prima di stramazzare al suolo esanime, misero bottino di un furto finito nel sangue. Il curriculum criminale di Eros Di Ronza racconta di precedenti per reati contro il patrimonio e di segnalazioni per il possesso di droga: una vita ai margini divisa tra le case popolari di San Siro e di via Gola, i problemi di tossicodipendenza e le foto sorridenti sui social con i tre figli residenti in Brianza con la compagna.

All’alba di ieri, il 37enne ha provato a razziare un bar della periferia sud di Milano (e pare che nel recente passato ne avesse compiuti o tentati altri, di raid simili), ma ha trovato sulla sua strada il nipote e il marito della titolare cinese: il più giovane lo ha affrontato con un paio di forbici in pugno e l’ha colpito; poi, aiutato dallo zio, è riuscito a bloccarne la fuga a piedi e l’ha aggredito ancora, lasciandolo sull’asfalto in un lago di sangue. Una prima ispezione del medico legale ha evidenziato una ventina di ferite più o meno profonde, molte delle quali al petto. Un numero di fendenti, peraltro sferrati in gran parte quando il ladro era già in fuga, del tutto incompatibile con un tentativo di difesa da parte dei derubati, che infatti sono stati arrestati con l’accusa di omicidio volontario dagli agenti dell’Ufficio prevenzione generale della questura, d’intesa col pm di turno Maura Ripamonti.

La ricostruzione ci porta alle 5 di ieri all’incrocio tra viale Giovanni da Cermenate e via privata Vivarini. Uno scooter Kymco, rubato la notte precedente nella vicina via Brioschi a un 30enne che ne aveva già denunciato la sparizione, si ferma davanti alle saracinesche ancora abbassate del bar: scendono in due e iniziano a forzare la cler centrale con un cric. Il rumore e l’allarme anti-intrusioni svegliano diversi abitanti del condominio al civico 35: tra gli inquilini che si affacciano alle finestre ci sono pure i componenti delle due famiglie cinesi che gestiscono l’esercizio commerciale. Di Ronza entra dal piccolo pertugio ricavato tra lo scalino d’ingresso e la lamiera, l’altro resta fuori a fare da palo. Dopo pochi secondi, si spalanca il portone dello stabile: escono Shou Zhou e lo zio Liu Chongbin. Il primo ha un paio di forbici in mano: dopo un primo corpo a corpo con il ’palo’, affronta e colpisce Di Ronza all’uscita dal locale. Il 37enne prova a fuggire, ma il 30enne cinese lo rincorre e, con l’aiuto del 49enne connazionale, lo colpisce fino a ucciderlo. Sarà il presunto assassino a chiamare i soccorsi, ma i sanitari di Areu non potranno che accertare il decesso dell’uomo.

I lampeggianti delle volanti illuminano a giorno il viale, i nastri biancazzurri chiudono la strada al traffico. Gli agenti, coordinati dal dirigente Giuseppe Schettino e dalla funzionaria Annalisa Stefani, prendono in consegna i due cinesi e li portano in questura per ulteriori accertamenti, in attesa di chiarire meglio la dinamica anche con l’aiuto delle tute bianche della Scientifica. Il filmato di una telecamera piazzata proprio a presidio degli ingressi del bar non lascia dubbi: Di Ronza è stato rincorso e assassinato lì dov’è stato trovato. A quel punto, scattano le manette per entrambi: la procura chiederà la convalida dei provvedimenti e la misura cautelare del carcere.

Del 37enne restano gli scatti su Facebook coi tatuaggi a coprirgli braccia, collo e volto e la scritta ’Odio’ sul sopracciglio destro. Post che in tanti hanno usato per riversare insulti sul morto ed emettere le ormai solite sentenze sommarie da tribunale virtuale con frasi come "La prossima volta eviti di rubare e vai a lavorare delinquente... Non ci mancherai" o "Vedere il profilo e il tipo di persona... era inevitabile che facevi sta fine prima o poi, ben ti sta...". Arrestato l’ultima volta a settembre per resistenza, era sottoposto all’obbligo di presentazione in commissariato; a ottobre, poi, era stato denunciato per il possesso di oggetti atti a offendere. Ieri notte, però, era disarmato.