Sabato 27 Luglio 2024

Argentina, favorito Milei. Ma c’è aria di ballottaggio

Argentina, favorito Milei. Ma c’è aria di ballottaggio

Argentina, favorito Milei. Ma c’è aria di ballottaggio

È un probabile scenario di ballottaggio quello che emerge dal voto in Argentina sulla base delle indiscrezioni diffuse dalle equipe dei tre candidati per la Casa Rosada, il favorito Javieri Milei (ultradestra; Lla), Patricia Bullrich (conservatori; Jxc), Sergio Massa (progressisti; Uxp). Il pronostico descrive margini percentuali molto risicati tra i candidati, ed è basato su dati non ufficiali. Non è tuttavia chiaro quale dei tre candidati resti fuori dalla contesa, in quella che appare come una vera e propria guerra di informazioni. Nel caso il dato fosse confermato, il ballottaggio è previsto per il 19 novembre. Al voto è andato il 74% degli elettori, la giornata è stata anche turbata da un allarme bomba alla Casa Rosada alla Casa Rosada, a Buenos Aires. Nella sede non era presente il presidente uscente Alberto Fernandez. L’allerta è arrivata con una telefonata sulla linea della polizia, il 911,

Una scelta difficile, quella degli argentini, quanto cruciale per il secondo Paese più importante dell’America del Sud, che cerca una cura per un’inflazione vicina al 140%, un tasso di povertà al 40%, e decine di miliardi di debiti da ripianare, con ampie fasce della popolazione che non arrivano a fine mese. Una situazione pericolosa. Non è infatti un caso se dal seggio elettorale il presidente uscente, Alberto Fernandez, abbia implicitamente avvertito sul rischio di scivolare nello scenario di un uomo forte al potere, invitando "a difendere la democrazia", nel nuovo corso che prenderà il via il 10 dicembre. Un concetto espresso anche da Massa. "I cinque minuti nella cabina elettorale sono importanti perché rappresentano il futuro dell’Argentina", ha raccomandato l’attuale ministro dell’Economia, che spera di sviluppare il settore energetico e del litio, e promette di "cancellare il debito col Fondo monetario internazionale", puntando sull’ingresso nei Brics e sul sostegno della Cina.

Il cambio alla Casa Rosada incide infatti anche sulla postura del Paese sullo scacchiere internazionale, dal rapporto col Brasile di Lula all’entrata nel blocco dei Paesi emergenti, dall’accordo sul Mercosur con l’Unione europea ai rapporti col Medio oriente. Per una rottura dei rapporti con Pechino, e vicino invece a Israele è Milei, il nemico della casta peronista, l’anti-sistema che piace al sovranista brasiliano Jair Bolsonaro e allo spagnolo Santiago Abascal di Vox. L’uomo forte emerso a sorpresa in testa alle primarie generali di agosto, col 29,8% (sorpassando Bullrich al 28% e Massa al 27,8%),