Roma, 19 maggio 2016 - C’è un mostro nel web che sta sconvolgendo le vite di ragazzine e famiglie intere. Si chiama ‘La Bibbia 3.0’: un maxi archivio di 10.380 file, tra video e immagini, tutto materiale rubato dalla Rete, inviato da ragazzine pericolosamente immature, pubblicato a tradimento da fidanzatini vendicativi o catturato attraverso il mestiere sporco di hacker che si addentrano nei computer privati. Le foto e i video sono a carattere pornografico e spesso pedopornografico, visto che vengono ritratte ragazzine anche al di sotto dei dodici anni. Oltre 4 Gigabyte comodamente scaricabili da Google – perché dopo la sua creazione, l’archivio è stato reso pubblico dagli autori, che si fanno chiamare Gesù Cristo, Pietro e Paolo –, operazione nelle corde anche di quegli utenti che hanno scarsa confidenza con Internet. Entrando nel dossier hard delle minorenni d’Italia si scoprono anche cartelle con nome, cognome e anno di nascita delle giovani vittime: «Bagasce con nome e cognome», è stata chiamata la cartella dedicata. Così colpisce questo strumento di umiliazione per migliaia di ragazzine. «Non sapevo fosse minorenne», «Il canile», «Bagasce senza nome e cognome»: sono solo alcuni nomi dati dagli autori del terribile dossier ai gruppi di ragazzine schedate e date in pasto alla Rete. «La Bibbia, giunta al terzo aggiornamento (dopo La Bibbia 1.0 e La Bibbia 2.0, ndr), è l’opera definitiva assoluta, finale, indiscutibile, inconfutabile. Frutto del duro lavoro di Gesù Cristo e dei fedeli apostoli Pietro e Paolo, raccoglie innumerevoli contributi dal web...», questa la vergognosa presentazione degli autori del piano criminale, che proseguono: «I tre fedelissimi hanno scandagliato la Rete alla ricerca dei suoi migliori frutti, i quali sono stati accuratamente selezionati e posti nelle corrette cartelle... È d’obbligo una menzione d’onore ai centinaia e centinaia di contributi da parte degli utenti... Il frutto di questo lavoro è tutto italiano...».
Dopo la denuncia di un padre di Modena, che ha visto lievitare il conto sulla postepay della figlia e ha scoperto una cartella nel suo computer con foto hard che inviava a La Bibbia, gli agenti della Postale sono alla caccia degli autori di questo archivio. «È difficile risalire ai gestori del gruppo, sono su cloud virtuali e non si riescono a bloccare – rivela il comandante della polizia postale modenese, Marco Ferrari –. Se accedi con Facebook e Telegram i server sono negli Usa e si fa fatica ad avere contatti con loro». Per comprendere l’entità del fenomeno, basti pensare che su La Bibbia si registrano 50mila contatti all’ora e se un utente entra in una di queste chat riceve un video al secondo di ragazzine disinibite, bimbe che fanno sesso col compagno di classe sul bus della gita scolastica, maggiorenni felici di mostrarsi nude. L’aspetto più preoccupante è la mancanza di ostacoli per la diffusione su Facebook, Instagram e altri social.
Di certo c’è che le prime denunce di ragazzine e genitori sono partite, dopo il clamore scaturito sul web. Ma, dall’altro lato, i mister X de La Bibbia hanno annunciato che stanno preparando la nuova versione: La Bibbia 3.1. Ecco il racconto choc di una ragazzina vittima del dossier, sentita da Fanpage: «Un giorno sento i miei compagni di università parlare di questa Bibbia e scopro che tra le foto ero ritratta anche io. Avevo 14 anni all’epoca e quelle erano foto osè che inviai al mio fidanzato in prima liceo. Mi è crollato il mondo addosso, ho cominciato a farmi tagli sul corpo».