Giovedì 21 Novembre 2024
ALBERTO PIERI
Cronaca

Appello degli scienziati: partite senza tifosi. Gli stadi non diventino come le discoteche

Pressioni per riportare gli spettatori sugli spalti, ma il Cts vuole prima valutare l’impatto del ritorno a scuola. Si temono troppi contagi.

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Roma, 31 agosto 2020 - Una doccia fredda. Chi si aspettava di vedere qualche spettatore sugli spalti già alla ripresa del campionato, prevista per il 19 settembre, resterà sicuramente deluso. Per ora non se ne parla. Gli esperti del Comitato tecnico scientifico tirano il freno sulle aspettative dei club di serie A. Il coordinatore del Cts, Agostino Miozzo, ha pochi dubbi: "La priorità è riaprire la scuola. Poi si vedrà". In effetti, già da qualche giorno, sul tavolo dell’organismo chiamato a dare le linee guida sulla lotta al Covid-19, sono già arrivati alcuni dossier per la riapertura degli stadi. Con tanto di ipotesi e indicazioni tecniche. Uno è firmato dalla Lega Calcio e prevede, in sostanza, partite a numero chiuso, con gli stadi occupati dal 25 al 40% delle rispettive capienze.

Giusto per dare qualche numero, a San Siro potrebbero essere staccati 35mila tagliandi, all’Olimpico 30mila, all’Allianz Stadium, 17mila. In ogni caso, cifre molto lontane da quelle previste dall’attuale ordinanza che fissa le regole per gli spettacoli all’aperto: non più di mille spettatori. La verità è che nel governo cresce quotidianamente la preoccupazione per l’andamento della curva dei contagi. Sono in molti a criticare la scelta di lasciare libere le Regioni di decidere se aprire o meno le discoteche. Ora, con gli stadi, si vuole evitare di fare lo stesso errore. Scotta, inoltre, il ricordo della partita fra Atalanta e Valencia, considerato – sia pure senza puntuali evidenze scientifiche - l’innesco del drammatico focolaio di Bergamo. Il risultato è che oggi, nella riunione del Comitato tecnico scientifico, prevista alle 16 nella sede del ministero della Salute, non si parlerà né di stadi né di eventi sportivi. Tutto rinviato alle prossime settimane. E, in ogni caso, a dopo la riapertura delle scuole prevista per il 14 settembre. I due temi, in realtà, sono in qualche maniera collegati. Infatti, gli esperti valuteranno quale sarà l’impatto dell’avvio dell’anno scolastico sulla curva dell’epidemia e solo dopo, una volta esaminati i primi numeri, si deciderà se e come riaprire al pubblico gli eventi sportivi.

Il pressing, neanche a dirlo, è molto forte. Ieri si è fatto sentire anche il ct della Nazionale, Roberto Mancini, che ha dovuto tra l’altro ampliare il numero dei convocati per fronteggiare eventuali casi di contagio: "Il calcio senza pubblico è un’altra cosa, è fatto per la gente e questo vale anche per lo sport in generale, per questo spero che si possa presto riaprire gli stadi e tornare alla normalità". Il tecnico della nazionale azzurra ha anche ricordato che oggi ci sono "nazioni dove si gioca già davanti al 50% del pubblico".

In effetti, qualcosa all’estero si sta muovendo. In Francia, ad esempio, è stato fissato un tetto a 5mila spettatori. In Inghilterra, dove il campionato parte la prossima settimana, si avvieranno una serie di test per verificare, volta per volta, l’effetto degli stadi aperti sul numero dei contagiati. In Italia il dossier è nelle mani del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che sta mettendo a punto un vero e proprio piano per la riapertura graduale degli stadi da condividere con il Cts e trasformarlo, eventualmente, in ordinanze. La linea resta quella della "gradualità, simile a quella inglese. Ma con una serie di obblighi: distanziamento di due metri, percorsi differenziati, mascherina per tutta la durata del match.

Le decisioni, però, saranno assunte di intesa con i presidenti delle Regioni e, sulla base, degli indici di contagio. Qui, però, sorgerebbe un ulteriore tema: quello della parità di trattamento fra i diversi club. Un’apertura a macchie di leopardo, infatti, rischia di penalizzare le squadre costrette a giocare con gli spalti vuoti e senza l’incoraggiamento dei rispettivi tifosi. Una situazione che sicuramente alimenterà nuove polemiche. La partita sulla riapertura degli stadi è appena cominciata.