Pistoia, 27 novembre 2014 - IN ATTESA delle decisioni del giudice delle indagini preliminari, l’indagine sul caso Copit che, assieme all’azienda dei trasporti, ha toccato i vertici dell’amministrazione comunale, continua a far discutere la città, ma elementi nuovi emergono con il contagocce. E’ quasi certo che le indagini abbiano avuto il primo input da un «esposto» presentato dall’ex assessore comunale, Ginevra Lombardi. E’ molto probabile che la docente universitaria abbia riferito ai magistrati quanto già segnalato, pochi giorni prima, in una lettera al segretario comunale, Raffaele Pancari sugli appalti del servizio verde, ambiente e mobilità.
LOMBARDI aveva in più occasioni espresso dubbi sulla loro regolarità e come atto dovuto, in qualità di pubblico ufficiale, aveva messo la procura al corrente. Lombardi fu «licenziata» dalla giunta comunale il 23 maggio 2013: quanto da lei dichiarato nella conferenza stampa di pochi giorni dopo lascia pensare che abbia bussato alle porte della Procura almeno qualche giorno prima. Irregolarità di vario tipo negli appalti, avvenuti per la maggior parte tramite affidamento diretto, sono state evidenziate d’altronde dallo stesso segretario comunale nella relazione sui lavori concessi dal 2010 all’agosto 2013, anche questa inviata a Procura della Repubblica e Corte dei conti. Tuttavia, dal rapporto del segretario generale, problemi sul contratto di assicurazione per i mezzi Copit, non vengono segnalati. Eppure sembra proprio questo il vero oggetto delle indagini che hanno coinvolto il vicesindaco, Daniela Belliti; il presidente Copit, Antonio Di Zanni; il dirigente (all’epoca dei fatti) del servizio mobilità, Arnoldo Billwiller; e un broker assicurativo della provincia di Como che peraltro non lavora per la compagnia che si è aggiudicata il contratto con la società pistoiese.
DANDO per primi, lunedì scorso, la notizia dell’inchiesta, sia Belliti, alla quale vengono contestati la tentata estorsione o il tentato peculato, e Di Zanni, indagato anche per turbativa d’asta, hanno dichiarato di non conoscere il contenuto dell’indagine, avviata ai primi di giugno del 2013 dal pubblico ministero, Francesco Sottosanti. Al termine dei sei mesi previsti per legge, nel gennaio 2014, ritenuti necessari ulteriori accertamenti, ha chiesto la proprorga delle indagini. La richiesta è arrivata al gip soltanto nel giugno successivo, e gli indagati hanno ricevuto la notifica sabato della scorsa settimana.