Domenica 30 Marzo 2025
REDAZIONE CRONACA

Antonio Ingroia, da pm antimafia a legale della moglie di Bellocco: “Resto un simbolo anti-criminalità organizzata”

L’ex magistrato è avvocato di parte civile per la consorte del rampollo di 'ndrangheta: “Le vicende giudiziarie del marito non possono riguardare lei e i figli”

Antonio Ingroia; a destra Antonio Bellocco e il suo assassino Andrea Beretta

Antonio Ingroia; a destra Antonio Bellocco e il suo assassino Andrea Beretta

Milano, 27 marzo 2025 – La capriola, effettivamente, pare decisamente spericolata. Lui, però, giura di non aver cambiato opinione e spiega le motivazioni di aver assunto una difesa – di parte civile – così scomoda, per una figura come la sua. Parliamo di Antonio Ingroia, ex pm antimafia parecchio mediatico, oggi passato dall'altra parte della barricata, come avvocato.

E proprio in queste vesti l’ex leader di Rivoluzione civile, movimento da lui fondato con cui tentò un’effimera avventura politica, rappresenta gli interessi della moglie di Antonio Bellocco, il rampollo di ‘ndrangheta protagonista di una rapida scalata ai vertici della Curva Nord interista, fino al suo assassinio da parte dell’altro capo ultras Andrea Beretta, nel settembre dell’anno scorso.

L’udienza

Questa mattina, giovedì 27 marzo, Ingroia era in aula davanti alla gup di Milano Rossana Mongiardo, per la maxi-udienza relativa all’inchiesta sulle curve di San Siro. In questa sede, rappresentando appunto gli interessi della moglie di Bellocco, ha sostenuto come la contestazione fatta dalla Procura di Milano sull'omicidio sia “del tutto inadeguata”. Noi, ha affermato, “ci opporremo alla possibilità per Beretta di chiedere l'abbreviato, perché a nostro giudizio gli vanno contestate le aggravanti della premeditazione, dei motivi abietti e della crudeltà, che sono da ergastolo e con processo in Assise". 

Oggi il procedimento è stato stralciato e rinviato al 15 aprile per una mancata notifica alla madre di Bellocco, detenuta al 41bis e anche lei parte civile.

Le spiegazioni

A chi gli ha chiesto come possa un "paladino antimafia" rappresentare i familiari di uno 'ndranghetista, Ingroia ha risposto: "Io sono ancora un simbolo dell'antimafia e questa costituzione di parte civile è molto simbolica, perché c'è una giovane donna a cui è stato ucciso brutalmente il marito, padre di famiglia, e le vicende giudiziarie che riguardavano lui non possono riguardare moglie e figli".

E ancora: "Mai come in un processo del genere, in cui sono in ballo cittadini di una terra dimenticata come la Calabria, è importante dare dei segnali di ritorno di fiducia nella giustizia".

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L’attacco

Per gli ex colleghi della procura milanese non ci sono parole al miele. I pm, sostiene Ingroia, avrebbero “usato la mano leggera nei confronti di Beretta - ha aggiunto l'ex pm - non è un modo di fare avvicinare alla giustizia i cittadini".

I rilievi sul luogo dell'omicidio di Antonio Bellocco
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Beretta ha scelto di collaborare dopo l'arresto per l'omicidio e quello per associazione per delinquere. "I collaboratori - ha detto Ingroia - hanno diritto alla attenuante specifica, ma non hanno diritto allo sconto sulle aggravanti, non si può patteggiare il capo di imputazione, ritengo che la Procura non abbia inteso farlo, ma il risultato è che la contestazione è inadeguata ed è un tema che affronteremo nella prossima udienza".

Il dissenso

L'avvocato Ingroia ha spiegato che si opporrà anche alla riunione, il 15 aprile, del procedimento per l'omicidio con tutti gli altri filoni, su cui va avanti l'udienza di oggi davanti alla gup Mongiardo. "Perché sull'omicidio c'è una confessione e va trattato a sé stante, è slegato dal resto", ha detto il legale.

Omicidio che Beretta ha commesso, stando al suo racconto, perché temeva di essere fatto fuori da Bellocco, il quale, a suo dire, aveva allargato le pretese sugli affari della Curva Nord.

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Beretta, intanto, è diventato collaboratore di giustizia nell'inchiesta dei pm Paolo Storari e Sara Ombra sulle curve di San Siro, parlando in più verbali, oltre che dei business degli ultras, anche dell'omicidio del 2022, ancora irrisolto, dello storico capo ultrà interista Vittorio Boiocchi.

Gli altri filoni

Il processo sull'omicidio Bellocco è solo uno dei tanti filoni dell'inchiesta, come quello seguito agli arresti per associazione per delinquere di capi curva e sodali del 30 settembre.

Oltre alla vicenda, poi, del tentato omicidio dell'ultrà rossonero Enzo Anghinelli del 2019, contestato al capo della Sud milanista Luca Lucci e al suo vice Daniele Cataldo, una recente richiesta di rinvio a giudizio ha riguardato, per un episodio del tutto diverso, anche il consigliere regionale lombardo e comunale milanese Manfredi Palmeri, accusato di corruzione tra privati, assieme a Gherardo Zaccagni, imprenditore che gestiva i parcheggi fuori da San Siro e che vuole patteggiare.

Oggi si farà il punto su tutti i vari riti, tra abbreviati, patteggiamenti o udienze preliminari, scelti da una trentina di imputati.