Roma, 13 novembre 2024 – Ariel Muzicant, 72 anni, presidente del Congresso ebraico europeo di Vienna, è una delle figure preminenti dell’ebraismo in Europa e non ha dubbi su quello che sta accadendo attorno a lui. A suo parere non c’è distinzione fra l’antisemitismo e il sentimento anti Israele. “La caccia agli ebrei ad Amsterdam è un chiaro atto antisemita, rientra nella definizione di antisemitismo dell’International Holocaust Remembrance Association. Quando cerchi di uccidere o ferire gli ebrei perché sono ebrei o israeliani, è una forma di antisemitismo o anti-giudaismo o anti-israelismo... è uguale”.
Non erano azioni contro i tifosi del Maccabi?
“Una cosa sono i tifosi del Maccabi, che ad Amsterdam non si sono comportati bene. Ma ciò che è accaduto dopo la partita è stata un’aggressione organizzata: una caccia agli ebrei. Un pogrom organizzato, che non è diventato un pogrom perché non è andato così bene”.
Organizzato da chi?
“Da una terza parte, e temiamo che siano stati gli iraniani anche se si stanno ancora facendo ricerche. Ci sono prove chiare che qualcuno era dietro ai fatti di Amsterdam, e chiunque fosse lo ha pianificato su internet, nei social, organizzando i tassisti per sapere dove gli israeliani avevano prenotato gli hotel”.
L’impennata dell’antisemitismo in Europa è legata al conflitto tra Israele e Hamas?
“C’è una chiara connessione tra ciò che accade in Medio Oriente e ciò che sta accadendo nelle strade d’Europa. E c’è un aumento drammatico, non solo un’impennata, di antisemitismo. Parliamo di un aumento anche del 900% degli atti contro gli ebrei”
La comunità ebraica in Europa si sente più insicura?
“Dipende dal Paese. In Spagna, Irlanda, Norvegia, Olanda e Belgio si sente molto insicura. In Francia ci sono stati molti atti antisemiti, ma non come in Belgio. In Austria e Germania le minacce provengono dalla destra e dagli estremisti islamici, in Francia anche dalla sinistra. L’antisemitismo è diverso tra Est e Ovest, Nord e Sud”.
E in Italia?
“Non conosco le ultime cifre, ma c’è un chiaro e massiccio aumento anche in Italia, benché non così grave come in Belgio o Norvegia”.
Le sostiene che le minacce provengono da varie direzioni: sinistra, destra, estremisti islamici. È una novità legata alla guerra?
“No, ormai è così da almeno 10 anni, ma sta peggiorando molto dopo il conflitto specialmente da parte della sinistra e degli islamisti”.
Come si esce dalla spirale dell’odio ricostruendo una convivenza tra ebrei e musulmani?
“È giunto il momento che i musulmani, specialmente i sunniti, esercitino una forte influenza sui loro membri per far capire che la loro unica possibilità di integrarsi è di ammorbidire le posizioni e lavorare insieme con gli ebrei e i cristiani per fermare l’odio. Non ci dovrebbero essere atti di violenza. Se la leadership musulmana non prende una posizione molto forte, allora diventerà un problema per i musulmani”.
Che cosa succederà?
“L’estrema destra aumenta e una volta al potere scaccerà i musulmani dall’Europa. Ebrei, cristiani, musulmani, dobbiamo vivere insieme e se non siamo d’accordo, dovremmo discutere tra noi senza ucciderci l’un l’altro. Ma l’iniziativa principale in questa direzione deve venire dai musulmani”.
Quali conseguenze prevede?
“Gli ebrei prima o poi se ne andranno dall’Europa e la popolazione rimanente non tollererà atti violenti. L’estrema destra vince ovunque anche perché i musulmani non si stanno integrando. In Europa devi vivere secondo regole e valori europei: umanità, libertà, rispetto per le donne. Se non lo fai, non sei autorizzato a vivere qui. Non è un problema di antisemitismo, ma di integrazione”.
È il periodo peggiore dopo la Seconda Guerra Mondiale: colpa della guerra a Gaza?
“È corretto dire che questo è il periodo peggiore per gli ebrei. Ma la gente dimentica che il problema iniziale non è la guerra a Gaza, ma l’uccisione di 1.200 israeliani il 7 ottobre. L’Europa deve premere affinché Hamas liberi gli ostaggi e solo così ci sarà un armistizio immediato. Ma il passo successivo dell’Europa dovrà esssere quello di spingere la leadership musulmana sunnita e gli imam a educare davvero il loro popolo a integrarsi in Europa con regole e valori europei”.