Venerdì 26 Luglio 2024
ALESSANDRO D’AMATO
Cronaca

Anoressia, il male oscuro. "I casi gravi sono in forte crescita". Lo psichiatra: allarme tra i bimbi

Lo specialista dei disturbi alimentari: servono due anni per guarire, il tempismo è decisivo. "Calo di peso, tristezza, perdita di socialità, maniacalità: tutti i segnali da non sottovalutare"

In crescita i casi di anoressia e di disturbi alimentari

In crescita i casi di anoressia e di disturbi alimentari

Roma, 2 dicembre 2023 – “Il caso di Emanuela Perinetti? Le ragazze affette da una grave forma di anoressia muoiono esattamente così. Rifiutando le cure ed entrando in un oblio in cui non riescono a immaginare che si possa stare meglio". Il dottor Leonardo Mendolicchio è psichiatra e responsabile dei disturbi alimentari dell’Istituto Auxologico Italiano. Perinetti era manager dello sport e influencer, oltre che figlia del direttore sportivo Giorgio. Il padre ha detto di non aver capito perché si sia lasciata spegnere così: "Mi stupisco dello stupore, perché ogni anno purtroppo in Italia muoiono 5mila ragazze e ragazzi così: di inedia oppure togliendosi la vita".

Qual è il primo segnale dell’esistenza di un disturbo alimentare?

"L’associazione che spesso c’è all’inizio della malattia tra il radicale cambiamento dei costumi alimentari e una serie di cambiamenti dal punto di vista emotivo. Di solito nell’anoressia si nota la riduzione del peso ma si diventa più tristi, meno inclini alla socializzazione, più perfezionisti. Nel momento in cui c’è questo legame tra abitudini alimentari e modalità di relazione bisogna rivolgersi agli specialisti".

Vale anche per bulimia e il disturbo da alimentazione Incontrollata?

"Certamente. Anche la bulimia produce un rapporto di voracità con il cibo e, insieme, più conflittualità, nervosismo, ritrosia alla socializzazione. La stessa cosa vale per il binge eating disorder ".

Cosa deve fare o non fare un un congiunto che si trova davanti a un caso sospetto?

"Quello che non deve assolutamente fare è pensare che sia una fase transitoria che passerà senza problemi. Perché quei sei mesi che di solito si attendono perché si spera che passi da sé sono tempo preziosissimo che può far cambiare la prognosi. Non bisogna mai pensare che sia un capriccio che passerà in modo transitorio. Meglio andare uno specialista: spetterà a lui dire se è necessario iniziare un percorso di cura ambulatoriale. Questo può fare la differenza".

Cosa fa esattamente un centro per i disturbi alimentari?

"Prende in carico il paziente in modo multidisciplinare. Cioè mette a disposizione un team di esperti che si occupano sia degli aspetti organico-somatici che di quelli psicologici e relazionali. E anche della famiglia".

Ma oggi il fenomeno è in crescita?

"Assolutamente sì, soprattutto dopo la pandemia: il Covid-19 ha peggiorato i casi che già c’erano e ne ha provocato la comparsa di nuovi nella fascia d’età dai 10 ai 12-13 anni. Quando si associa libera attività fisica a restrizione alimentare l’anoressia ha la porta aperta. Poi con la Dad la tempesta perfetta si è materializzata. Il dato di 3 milioni e mezzo di malati è sottostimato".

Quanto dura una terapia? E quante percentuali di successo ci sono?

"Una traiettoria di cura che punta alla guarigione dura almeno due anni. Nell’anoressia il 75% delle ragazze la cui diagnosi arriva entro il primo anno dall’insorgere della malattia guarisce. Sulla bulimia la percentuale scende al 60%. Il paradosso del disturbo alimentare è che c’è alta mortalità, ma anche alta guarigione. La variabile è la tempistica della cura".