Rivoli (Torino), 28 ottobre 2023 – Si chiariscono meglio con il passare delle ore i contorni del femminicidio-suicidio a Rivoli (Torino).
Una vicina di casa di Agostino Annunziata e Annalisa D’Auria, 36 e 32 anni, del Salernitano, svela l’inferno dei giorni vissuti dalla giovane mamma uccisa a coltellate dal compagno che poi si è tolto la vita gettandosi da un silos dell’azienda dove lavorava a Orbassano (Torino).
"Li ho visti litigare, lui voleva il cellulare per controllarla”
Piange, la vicina di casa, mentre racconta quella scena che le pesa sul cuore come un macigno. “Lui era arrabbiato perché lei non le aveva risposto al telefono e si era fatto dare da lei il cellulare in malo modo, per controllarlo”, ha riferito, prima di commuoversi vedendo una foto della coppia. Ci sono solo pochi chilometri tra la casa della morte e l’azienda. “Era tutto baci e abbracci con la moglie, sembravano una famiglia unita”, dice chi lo frequentava anche fuori dagli orari di lavoro.
Lo sgomento dei colleghi e i turni di notte
“Era una famiglia unita - conferma un altro collega amico dell’uomo - è impensabile quello che è accaduto. Era una bella persona”. E stringe il cuore scorrere le foto su Facebook, loro sempre abbracciati, spesso con la figlioletta di 3 anni, oggi orfana. Eppure quando è arrivato lì oggi, intorno alle 6.45, aveva già accoltellato a morte la donna alla gola. “Ha lasciato la bambina a un collega intorno alle 6.45, dicendogli ‘mi allontano per 5 minuti’ e si è ammazzato”, spiega un altro dipendente. “Lavorava nel reparto di staffatura - raccontano altri nell’azienda, una fonderia di metalli ferrosi, getti di ghisa, modelleria e officina meccanica - e nell’ultima settimana aveva fatto sempre il turno di notte”.
E proprio per questo – secondo quanto risulta dalle prime ricostruzioni – l’uomo era andato al pronto soccorso, nella notte tra giovedì e venerdì, per un forte stato d’ansia. Diceva che con quei turni sarebbe stato difficile occuparsi di tutto, in particolare della figlioletta.
Associazione: “Indennizzare la bambina”
Associazione Italia, che si occupa tra l’altro delle vittime di femminicidio, chiederà per la figlia della donna uccisa dal marito l’attivazione del fondo statale vittime di femminicidio. Lo scrive Giovanni Rossetti, in una nota a nome dell’associazione. “Sono tanti, troppi, purtroppo - sottolinea Rossetti - i femminicidi commessi in questi ultimi mesi dell’anno. L’ennesimo caso oggi a Rivoli priva una bambina piccola di entrambi i genitori. Alcuni parenti delle vittime di femminicidio, per ora circa una cinquantina in tutta Italia, assistiti dall’Associazione Italia (www.associazioneitalia.eu) - spiega - hanno deciso di chiedere allo Stato un indennizzo che attualmente ammonta a 75mila euro per ogni figlio della vittima”. “L’associazione - annuncia - chiederà al giudice tutelare, a garanzia e tutela della figlia minore della donna uccisa questa mattina dal marito, l’autorizzazione per la stessa ad accedere al Fondo vittime di femminicidio per un indennizzo totale di 75 mila euro a carico dello Stato”.
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