La tecnologia come antidoto contro le morti stradali. L’Unione Europea e il mondo dell’automotive hanno fissato al 2050 la barriera temporale per azzerare gli incidenti mortali provocati da vetture e veicoli pesanti. Lo sviluppo dei sistemi elettronici di sicurezza e l’evoluzione estrema della guida autonoma sono gli strumenti decisivi per vincere la battaglia.
Ma già oggi gli Adas ( Advanced Driver Asdistence System ) giocano un ruolo determinante per aiutare i conducenti nelle situazioni più pericolose, nei momenti di più alto rischio. Dal 6 luglio 2022 tutti i veicoli di nuova omologazione (compresi furgoni, camion e mezzi pesanti) sono obbligati a montare una serie di Adas, capaci di monitorare i dintorni del mezzo in movimento, moltiplicando così i margini di sicurezza.
Il problema vero è che la norma non vale per i veicoli pesanti già in circolazione, molti dei quali sono privi di tecnologie di supporto alla guida e decisamente datati. Anche così si spiega la moria di ciclisti e pedoni che non vengono nemmeno percepiti dai guidatori dei colossi della strada. Fino agli esiti più tragici, con le vittime trascinate inconsciamente per chilometri dal mezzo in corsa. L’obiettivo della normativa che rende gli Adas obbligatori è di ridurre del 20% le morti da incidenti stradali grazie a una griglia di ausili elettronici molto sofisticati.
Si comincia con lo Speed Intelligent Assistence, un congegno che legge i segnali stradali e regola automaticamente la velocità del veicolo. Si evitano multe e si marcia seguendo alla lettera limiti e divieti. Molto importanti, come alleati del guidatore, anche la telecamera per il rilevamento della retromarcia, il misuratore del livello di attenzione (con impulso trasmesso al volante o segnale sonoro) per combattere distrazione e stanchezza, il monitoraggio della pressione degli pneumatici, la scatola nera che ricostruisce le fasi di eventuali incidenti e la telecamera per gli angoli ciechi. Già oggi molti automezzi pesanti montano la “mirror cam”, che avrebbe potuto evitare incidenti mortali come quello che ha coinvolto il ciclista milanese.
Ma oltre agli Adas obbligatori c’è n’è una serie che, inevitabilmente, dovrà essere adottata da camion e furgoni di nuova generazione entro il 2024. Come il sistema sonoro che avverte in caso di cambio accidentale di corsia, la frenata automatica di emergenza e soprattutto un raffinato sistema di sensori e telecamere che rileva la presenza di pedoni e ciclisti nelle vicinanze, prima ancora che si verifichino rischi di collisione.
A questa serie di aiuti elettronici, però, bisogna sposare una mentalità nuova, che vinca la prevenzione dell’automobilista comune verso questi Adas. Oggi sono considerati troppo spesso come gendarmi ottusi, che limitano la libertà dei guidatori, compagni di viaggio tollerati a fatica. Senza questo salto culturale, senza una nuova dimensione nella mentalità dell’automobilista medio o del guidatore di camion, anche i più sofisticati sistemi rischiano di fare cilecca. Abituiamoci a questi angeli custodi che si chiamano sensori e telecamere, perché è proprio grazie a loro che le nostre auto e le vite di tutti noi diventeranno più sicure.