Giovedì 7 Novembre 2024
GIACOMO LIPPI
Cronaca

La storia di Angelo Vassallo, il ‘sindaco pescatore’ che pestò i piedi alla Camorra

Impegnato per l’ambiente e la legalità, il primo cittadino di Pollica (Salerno) fu freddato in un agguato il 5 settembre 2010. Claudio Bisio gli dedicò il film ‘Benvenuti al Sud’, uscito un mese dopo il delitto

++ Quattro arresti per l'omicidio del sindaco Angelo Vassallo ++

Il sindaco di Pollica Angelo Vassallo assassinato nel settembre 2010 in una foto d'archivio (Ansa)

Salerno, 7 novembre 2024 – Dopo 14 anni la svolta. Quattro persone, tra cui due carabinieri, sono stati arrestati oggi per l’omicidio di Angelo Vassallo. Nato il 22 settembre 1953, Vassallo è stato sindaco del Comune di Pollica, nel salernitano, per ben tre mandati consecutivi, dal 1995 al 2010. Soprannominato il “sindaco pescatore” per la sua impresa ittica che gestiva insieme al fratello e perché amava il mare, era rappresentante del Partito Democatico e aveva ricoperto in passato anche i ruoli di consigliere comunale a Salerno per ‘La Margherita’ e di presidente della Comunità del Parco Nazionale del Cilento. La sera del 5 settembre 2010, nei pressi della vicina frazione Acciaroli, Vassallo venne assassinato con nove proiettili di calibro 9. Il primo ad attribuire la responsabilità dell’omicidio alla camorra fu il pubblico ministero Luigi Rocco: secondo la ricostruzione degli inquirenti, Vassallo aveva scoperto un giro di droga che passava per il porto di Acciaroli. L’avrebbe denunciato di lì a poche ore ai carabinieri. Ma fu fermato prima. 

Il sindaco ambientalista

Particolarmente amato dalla comunità locale, che lo ha eletto sindaco per tre mandati consecutivi, Angelo Vassallo basava la propria politica sulla legalità e del rispetto dell’ambiente. Attraverso alcune norme emesse ad hoc, Vassallo manteneva una linea particolarmente severa nei confronti di chi inquinava. Nel gennaio 2010 firmò un’ordinanza che prevedeva una multa fino a mille euro per chi veniva sorpreso a gettare a terra cenere e mozziconi di sigarette. Sotto la sua amministrazione, grazie alle numerose iniziative per la  pulizia delle spiagge e del paesaggio naturale, Pollica era tornata nella top ten dei migliori comuni marini d’Italia. Promosse l’ingresso della dieta mediterranea nell’elenco dei Patrimoni culturali immateriali dell’Umanità, proposta che venne accolta dall’Unesco soltanto dopo la sua morte.

L’esecuzione

Alle 22 del 5 settembre 2010, Angelo Vassallo stava rientrando a casa a bordo di un’Audi A4, quando venne bloccato improvvisamente da un’auto che stava procedendo contromano. Una o due persone, scese dalla macchina, si avvicinarono al finestrino dell’auto del sindaco e spararono ben nove colpi di pistola, una baby Tanfoglio calibro 9. Colpito al cuore, alla testa e alla gola da una distanza di ben 40 centimetri, il sindaco morì sul colpo. A ritrovare il corpo fu uno dei fratelli, che era andato a cercarlo dopo l’allarme lanciato dalla moglie che non lo aveva visto rientrare. Non ci sono testimoni oculari della vicenda e tutt’ora l’arma del delitto non è stata ritrovata.

Il film ‘Benvenuti al Sud’

Alla memoria di Vassallo Claudio Bisio dedicò il film ‘Benvenuti al Sud’ di Luca Miniero, uscito un mese dopo del delitto. “L’abbiamo conosciuto, e sapevamo quanto facesse per un turismo pulito”. Nella commedia il lombardo Alberto (Bisio), direttore di un ufficio postale, viene costretto dalla moglie (Angela Finocchiaro) a indossare un giubbotto antiproiettile per andare a Castellabate, paesino del Salernitano vicino a Pollica. Disse l’attore: “Mi è venuto da pensare che forse le cose sarebbero andate diversamente se quel giubbotto antiproiettile l’avesse indossato lui (Vassallo)”. 

La svolta nelle indagini

La svolta nelle indagini è arrivata questa mattina, a distanza di 14 anni dall’accaduto. La procura di Salerno ha infatti imposto l’arresto per ben quattro persone: si tratta dell’imprenditore Giuseppe Cipriano, dell’ufficiale dei carabinieri Fabio Cagnazzo, dell’ex brigadiere dell’Arma Lazzaro Cioffi e del collaboratore di giustizia Romolo Ridosso, figlio del boss del clan di Scafati Loreto-Ridosso. “Siamo solo alle battute iniziali di una tragedia che ha sconvolto il territorio e per la quale chiediamo giustizia piena” si legge in una nota scritta dai fratelli di Angelo Vassallo, Dario e Massimo.