Giovedì 19 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Cagliari, uccise la moglie a coltellate: pensionato condannato a 12 anni. Come si è arrivati alla sentenza (che fa discutere)

La Corte d’Assise ha tenuto conto delle attenuanti generiche e di quelle della provocazione. Il parere di Elisabetta Aldrovandi, consulente Commissione femminicidi

Angelica Salis, uccisa a 59 anni dal marito

Cagliari, 20 dicembre 2023 - Rischiava l’ergastolo per aver ucciso la moglie Angelica Salis ma la Corte d’Assise di Cagliari ha condannato Paolo Randaccio, 71 anni, pensionato e reo confesso, a 12 anni di reclusione e tre anni di libertà vigilata, per “l’aggressività” della vittima.

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L’omicidio di Angelica Salis

La donna, 60 anni, era stata uccisa a coltellate il 9 settembre 2021 nella casa della coppia a Quartucciu (Cagliari) al termine di una lite violenta.

L’uomo – che aveva subito chiamato i carabinieri e aveva confessato – rischiava l’ergastolo per omicidio volontario. Ma la Corte d’Assise di Cagliari ha tenuto conto, dopo una sentenza della Consulta, delle attenuanti generiche e di quella della provocazione: ha cioè considerato anche i comportamenti aggressivi della donna.

La sentenza della Corte Costituzionale

La Corte Costituzionale con la sentenza 30 ottobre 2023 numero 197 ha stabilito infatti che “anche nei processi per omicidio commesso nei confronti di una persona familiare o convivente, il giudice deve avere la possibilità di valutare caso per caso se diminuire la pena in presenza della circostanza attenuante della provocazione e delle attenuanti generiche”

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La consulente Commissione sui femminicidi

L’avvocato Elisabetta Aldrovandi, presidente dell’Osservatorio nazionale sostegno vittime e ‘consulente esperto’ della Commissione parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, rimarca: “La provocazione dal punto di vista giuridico è un’attenuante, la pena viene diminuita. Ma bisogna capire quando sussiste e in cosa consiste. Va inteso come un atteggiamento persistente, uno stillicidio perpetrato nei confronti di chi commette il reato o anche come un atteggiamento estemporaneo della vittima che provoca un’azione irrimediabile? Questa è una valutazione lasciata al giudice, caso per caso e in relazione alle prove che emergono durante il processo”.