Venerdì 27 Settembre 2024

“Catastrofica sequela di errori e omissioni”. La perizia sulla morte di Andrea Purgatori

L’esito degli approfondimenti tecnici disposti dal Gip: ai medici indagati viene imputata una diagnosi tardiva dell’endocardite che fu la causa del decesso. “Un corretto trattamento avrebbe permesso al giornalista di sopravvivere”

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Andrea Purgatori è morto il 19 luglio 2023 (foto Ansa)

Roma, 24 settembre 2024 – C’è stata una “catastrofica sequela di errori e omissioni” da parte dei medici che ebbero in cura Andrea Purgatori. E’ scritto nelle conclusioni della perizia voluta dal gip del tribunale di Roma nell’incidente probatorio disposto nell’ambito delle indagini sulla morte del giornalista, noto per le sue inchieste su Ustica e Emanuela Orlandi, tra le tante altre. Nel registro degli indagati della procura sono iscritti il radiologo Gianfranco Gualdi, il suo assistente Claudio Di Biasi e la dottoressa Maria Chiara Colaiacomo, entrambi appartenenti alla sua equipe, e il cardiologo Guido Laudani. Devono rispondere di omicidio colposo. 

Secondo i periti incaricati dal giudice, “un corretto trattamento diagnostico-terapeutico avrebbe consentito al paziente Purgatori un periodo di sopravvivenza superiore a quanto ebbe a verificarsi". E invece, "i neuroradiologi indagati refertarono non correttamente l'esame di risonanza magnetica dell'8 maggio 2023 per imperizia e imprudenza, quelli del 6 giugno e dell'8 luglio per imperizia”. E “il cardiologo Laudani effettuò approfondimenti diagnostici insufficienti”. 

L’endocardite diagnosticata tardi

A uccidere Purgatori, il 19 luglio 2023, fu un’endocardite, patologia per la quale la letteratura scientifica “considera il tasso di sopravvivenza a 1 anno in misura dell'80% qualora venga tempestivamente adeguatamente trattata”. Nel caso del giornalista l’endocardite “avrebbe potuto essere individuata più tempestivamente, per lo meno all'inizio del ricovero dal 10 al 23 giugno del 2023, o ancora prima, nella seconda età di maggio 2023, qualora i neuroradiologi avessero correttamente valutato l'esito degli accertamenti svolti l'8 maggio”.

“Il cardiologo lesse male l’holter”

Sempre secondo i periti, il cardiologo “interpretò non correttamente i risultati dell'esame holter, giungendo alla conclusione che l'embolizzazione multiorgano fosse conseguenza di fibrillazione atriale”. Inoltre “non valutò adeguatamente il quadro clinico e gli effetti della terapia anticoagulante che aveva impostato. Si tratta di comportamenti che possiamo definire non adeguati sotto l'aspetto della perizia”.

“Dimesso con severa anemia”

Si sostiene anche che in occasione del ricovero del luglio 2023, Purgatori “viene dimesso apparentemente senza visionare i risultati di un prelievo effettuato il giorno 19, dove si rileva la severa anemia che avrebbe controindicato la dimissione”. Si è trattato di “una catastrofica sequela di errori ed omissioni a partire, per questo aspetto, dalla errata diagnosi di fibrillazione atriale, con conseguente terapia anticoagulante rivelatasi potenzialmente fatale e di fatto controindicata nelle endocarditi, e con totale oscuramento del contesto clinico complessivo”.