Giovedì 26 Settembre 2024

Autopsia su Andrea Purgatori, la famiglia: si rafforza l’ipotesi di ischemie cerebrali

Secondo i legali i risultati degli esami finora confermerebbero il sospetto di diagnosi (almeno parzialmente) errata. Nuove perizie il 6 settembre

Roma, 31 luglio 2023 – Gli esami sul corpo di Andrea Purgatori confermerebbero le ischemie cerebrali. E’ quanto sostengono i legali della famiglia che dopo la morte del giornalista ha presentato denuncia sospettando una diagnosi sbagliata

I primi risultati dell’autopsia svolta all’Istituto di medicina legale di Tor Vergata, individuavano fra le cause della morte un problema cardiopolmonare, confermando il cancro ai polmoni. Oggi gli avvocati Michele e Alessandro Gentiloni Silveri  sostengono che “quanto emerso finora consolida le nostre tesi, ovvero che Purgatori sarebbe stato colpito da ischemie cerebrali”. Anche se precisano che “solamente dopo il termine delle operazioni autoptiche sarà possibile confermare o smentire ogni ipotesi investigativa, comprese le ischemie”. 

Andrea Purgatori aveva 70 anni (Ansa)
Andrea Purgatori aveva 70 anni (Ansa)

Nel registro degli indagati per la morte del giornalista, noto per le sue inchieste su Ustica e il caso Emanuela Orlandi, ci sono i nomi del professor Gianfranco Gualdi, responsabile della radiologia della clinica Pio XI, e il dottor Claudio di Biasi, membro della sua équipe. Il reato ipotizzato è omicidio colposo. Entrambi hanno difeso il loro operato, descrivendolo come “corretto”. 

L’ipotesi di diagnosi sbagliata 

I primi di maggio Andrea Purgatori si rivolge alla clinica Pio XI, dove gli viene diagnosticato un tumore al polmone con metastasi cerebrali. Per questo viene sottoposto a una radioterapia all’encefalo ad alto dosaggio. Accertamenti successivi in altre strutture confermano il cancro, non rilevano però metastasi al cervello ma tracce ischemiche. C’è anche una lite – hanno raccontato i familiari  – sull’interpretazione della tac, tra Gualdi, e Alessandro Bozzao, ordinario di Neuroradiologia alla Sapienza, secondo cui quello che si vede sono ischemie e non formazioni tumorali. La presenza di metastasi è smentita anche da un centro di Rozzano. 

A settembre i risultati 

Un’ipotesi presa in considerazione dalla famiglia è che a causare la morte del giornalista sia stata una pericardite settica, dovuta a un’infezione che il giornalista avrebbe contratto debilitato dalla radioterapia. Al momento però non sarebbero emersi riscontri dagli esami. 

Certezze si avranno quando tutti gli accertamenti saranno ultimati. Il 6 settembre è prevista una nuova, probabilmente definitiva, serie di perizie.