Trento, 5 luglio 2023 - “In questi 3 mesi non è cambiato niente”, denunciano i genitori, la sorella e la fidanzata di Andrea Papi, il 26enne ucciso dall’orsa JJ4 il 5 aprile nei boschi di Caldes (Trento).
“Andrea è stato un martire”
Un’analisi che va dritto al cuore. “Andrea è stato il martire di un progetto politico che ora risulta fuori controllo. Basta aggressioni e basta vittime: vogliamo vivere tranquilli a casa nostra. Chiediamo forse troppo?”. A scriverlo sono il papà Carlo, la mamma Franca, la sorella Laura e la fidanzata Alessia.
"Nessuno si è scusato”
“Nessuno si è scusato o si è preso la responsabilità di quanto accaduto – prosegue la lettera -. Siamo straziati e, per favore, non chiamatelo più runner è il nostro Andrea".
“Sono passati tre mesi esatti dalla tragedia e, purtroppo, dobbiamo constatare che non è cambiato nulla - denunciano i familiari - anzi, si continua a parlare sempre e soltanto dell’orsa, delle sue condizioni di salute, di quello che le accadrà. Qualcuno ha addirittura detto che e’ stressata, dimenticando che noi abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo un dramma immenso e che non riusciamo a darci pace. E’ una vergogna quello che sta accadendo”.
Il cognato: nessuno va più nei boschi per paura
"L’unica cosa che è cambiata – commenta amaramente al telefono il cognato di Andrea Papi, Franco Tait – è che oggi hanno tutti paura ad andare nei boschi. Che cosa chiediamo? Che gli orsi vengano trasferiti. Se non è possibile questo, che siano abbattuti. Meglio così che finire rinchiuso in una gabbia". Intanto continuano gli avvistamenti, “l’ultimo di un amico che ha un maso a 500 metri dal paese”.