Sabato 5 Ottobre 2024

Andrea Papi ucciso dall’orsa JJ4 in Trentino, i genitori si oppongono alla richiesta di archiviazione della denuncia

Intanto in Abruzzo è stato chiesto il processo per l’allevatore che ha ucciso Amarena. Secondo le accuse, avrebbe agito con crudeltà mettendo anche in pericolo l’incolumità pubblica

L'orsa Amarena in un'immagine del Parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise

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Roma, 5 ottobre 2024 - Orsi e giustizia, dalle Alpi all’Abruzzo le storie s’incrociano. I genitori di Andrea Papi, il 26enne ucciso da JJ4 in Trentino il 6 aprile dell’anno scorso, si oppongono alla richiesta di archiviazione della denuncia per omicidio colposo nei confronti del presidente della Provincia autonoma di Trento e del sindaco di Caldes.

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I genitori di Andrea Papi contro la richiesta di archiviazione

A richiedere l’archiviazione della denuncia era stata nel luglio scorso la pm Patrizia Foiera della procura della Repubblica di Trento. La famiglia si è opposta “affinché si possa ottenere giustizia per questa immane tragedia”. 

Chiesto processo per l’allevatore che ha ucciso l’orsa Amarena

In Abruzzo, invece, è stato chiesto il processo per l’allevatore di San Benedetto dei Marsi che il 31 agosto 2023 uccise Amarena, orsa marsicana, con un colpo di carabina.

Il Gup del Tribunale di Avezzano, (L’Aquila) Daria Lombardi, ha fissato l’udienza preliminare per il 23 dicembre prossimo, alle ore 9, notificando la decisione al Pm Maurizio Maria Cerrato che ha svolto le indagini, agli avvocati difensori Berardino Terra e Mario Guanciale e a ben 36, tra enti e persone individuali, parti offese.

Quali sono i reati contestati

Questi i reati contestai all’allevatore: il primo “perché esplodendo un colpo di fucile caricato con munizionamento artigianale atto ad arrecare il maggior danno possibile e a tal fine confezionato, volontariamente cagionava la morte dell’orsa denominata e conosciuta come Amarena”, con l’aggravante “dell’aver agito con crudeltà correlata all’assenza di valida giustificazione nelle modalità, stante la volontà di uccidere l’animale, e di proporzione rispetto al bene patrimoniale protetto (alcuni volatili presenti nel pollaio posto a pertinenza dell’abitazione), nonché alla presenza con l’animale di due cuccioli di orso non ancora autosufficienti, e volta dunque all’eliminazione degli stessi in ragione delle loro condizioni di debolezza”.

Il secondo reato, “perché con le sue condotte e in particolare esplodendo un colpo di fucile all’interno delle pertinenze della propria abitazione, ma comunque all’aperto e in luogo accessibile a terzi e in direzione di luoghi pubblici e abitati, con la traiettoria ad altezza d’uomo, con proiettile ad alta offensività, creava pericolo per la pubblica incolumità”.

L’uomo ha sparato per uccidere e Amarena, colpita al polmone a distanza ravvicinata da una carabina, non ha avuto scampo.