Venerdì 22 Novembre 2024
ANDREA GIANNI NICOLA PALMA
Cronaca

Andrea Beretta e l’omicidio di Antonio Bellocco: 7-8 coltellate alla gola e al cuore. “La pistola? Giro armato perché vogliono farmi la pelle”

Cernusco sul Naviglio, due versioni del delitto. Il capo ultrà dell'Inter: "Mi ha disarmato, l'ho ucciso per difendermi". Ma potrebbe aver simulato l'aggressione

La scena del delitto a Cernusco sul Naviglio: Andrea Beretta, capo ultrà dell'Inter, è accusato dell'omicidio di Antonio Bellocco, esponente dell'omonimo clan e frequentatore del secondo anello verde di San Siro

La scena del delitto a Cernusco sul Naviglio: Andrea Beretta, capo ultrà dell'Inter, è accusato dell'omicidio di Antonio Bellocco, esponente dell'omonimo clan e frequentatore del secondo anello verde di San Siro

Milano, 4 settembre 2024 - A terra Antonio Bellocco, esponente di spicco di una delle famiglie di ’ndrangheta più potenti della Piana di Gioia di Tauro ucciso con 7-8 coltellate assestate tra gola e cuore. In ospedale, piantonato e fermato per omicidio, Andrea “Berro” Beretta, notissimo capo ultrà della Curva Nord di fede interista.

Un delitto, avvenuto in pieno giorno vicino a una strada molto trafficata dell’hinterland milanese, che allunga pesanti ombre sul rapporto tra tifo e criminalità organizzata.

La Smart bianca di Antonio Bellocco dove Andrea Beretta ha ucciso il 36enne
La Smart bianca di Antonio Bellocco dove Andrea Beretta ha ucciso il 36enne

L'omicidio e la possibile faida

Un fatto di sangue che genera inevitabili preoccupazioni sulla possibilità che si scateni una faida per vendicare la morte di Bellocco. E una dinamica diversa da quella che ha raccontato inizialmente il presunto omicida. Sì, perché il 49enne pluridaspato avrebbe riferito di essere stato ferito da un colpo di arma da fuoco esploso dalla pistola di Bellocco e di essersi difeso accoltellandolo alla gola.

I dubbi degli investigatori

Tuttavia, diversi elementi hanno fatto pensare sin da subito ai carabinieri del Comando provinciale di Milano, coordinati dal pm Paolo Storari, che le cose fosse andate diversamente e che in realtà Beretta potesse aver fatto tutto da solo: la posizione in cui è stata ritrovata l’arma; il fatto che il caricatore fosse fuori dalla Smart; e la mancanza del colpo in canna. Nella serata di mercoledì 4 settembre, Beretta è stato fermato per omicidio e detenzione illegale di una calibro 9x21 con matricola abrasa. Una cosa è certa: l’arma se l’è portata dietro lui.

La prima versione

Poi ci sono due versioni alternative. La prima, che al momento pare quella privilegiata dagli inquirenti: sarebbe entrato nella Smart e avrebbe accoltellato Bellocco, per poi puntare la pistola contro di sé e ferirsi di striscio all’anca per simulare un'aggressione per legittima difesa. In questo scenario, Beretta, convinto che l’altro volesse eliminarlo, ne avrebbe anticipato le mosse. "Giro armato, vogliono farmi la pelle".

La seconda versione

La seconda versione è quella accreditata dallo stesso Beretta nelle spontanee dichiarazioni rese al pm durante l'interrogatorio in cui si è avvalso della facoltà di non rispondere: Bellocco lo avrebbe minacciato di morte e lui avrebbe mostrato la pistola che portava da giorni in una fondina ascellare per intimidirlo; a quel punto, il 36enne sarebbe riuscito a disarmare il capo ultrà, che a sua volta lo avrebbe ucciso a coltellate (7-8 tra gola e cuore). «Giravo con la pistola perché ho saputo che qualcuno mi vuole fare la pelle», ha detto.

La ricostruzione

Ore 10.50 di ieri, siamo in via Besozzi a Cernusco sul Naviglio. Lì c’è la scuola di pugilato Testudo: in palestra c’è Beretta, che a fine ottobre 2022 ha ereditato il vertice del tifo organizzato nerazzurro dopo l’omicidio di Vittorio Boiocchi, ma che avrebbe perso terreno al secondo anello verde, ostacolato dalla sorveglianza speciale di un anno e mezzo scattata una settimana prima della morte del vecchio capo e dal Daspo di 10 anni che lo tiene lontano da San Siro.

Gli equilibri saltati

A favore di chi? Di Antonio Bellocco, 36 anni, nipote dello storico capobastone Umberto e condannato a 9 anni per associazione mafiosa nell’operazione Tramonto, che dopo aver scontato la condanna si è trasferito in Lombardia, a Pioltello, prendendo piede in curva (nota e ostentata sui social la vicinanza al frontman della Nord Marco Ferdico) e arrivando a insidiare la posizione di Beretta.

La lotta per il potere

I due, in teoria, sono molto amici: la sera prima si sono fatti fotografare insieme alla partita di calcetto con gli ultrà del Milan. In realtà, sarebbero in guerra tra loro. La Smart di Bellocco si ferma davanti alla Testudo: il 36enne entra e scherza con Beretta (almeno a detta di chi li vede insieme) per qualche minuto; poi i due escono e salgono in macchina.

Una telecamera immortala la Smart: prima si muove in retromarcia, poi va avanti a scatti fino a sbattere contro alcune auto. È in quel momento che avviene tutto. Quando arrivano i sanitari di Areu, trovano Bellocco con il corpo per metà sul sedile lato guida e per metà fuori dalla portiera: è morto, ucciso da 7-8 fendenti sferrati con una lama a serramanico. Beretta, invece, ha un proiettile conficcato tra fianco e schiena, che verrà estratto dai medici del San Raffaele: dice che a sparare è stato il 36enne e che lui si sarebbe solo «difeso perché non avevo altra scelta».

La paura di vendette

I nomi dei due protagonisti del tragico faccia a faccia fanno subito scattare le antenne di chi da tempo sta scandagliando la galassia delle curve, i business occulti che ne alimentano le casse e i legami più o meno stretti con membri di clan mafiosi. E i timori che un clan così influente e ramificato non possa lasciar passare sotto silenzio la morte di un suo membro non possono che essere fondati.