Roma, 30 aprile 2024 – L’amianto, un materiale una volta ampiamente utilizzato nelle coperture degli edifici, e come coibentazione, data la sua resistenza al calore, si è rivelato un killer silenzioso. Si stima che in Italia, negli ultimi dieci anni, 60mila persone abbiano perso la vita a causa di malattie legate (anche) all’azione dell'amianto, anche se è difficile stabilire un nesso di causa-effetto tra l'esposizione prolungata a questo cancerogeno e l'insorgenza di tumori a distanza di venti, trenta o quarant'anni.
Sommario
Di certo l'amianto, noto anche come asbesto o eternit, continua a rappresentare una minaccia se viene ingerito o inalato, perché la sua diffusione nell'aria avviene spesso in modo insospettabile, ed è diffusissimo in Italia. L'anno scorso i tecnici dell’Osservatorio Nazionale Amianto hanno censito duemila casi di mesotelioma, una tipologia di cancro che colpisce la pleura, guaina che riveste i polmoni, come pure altri distretti anatomici nei quali si rileva la presenza di filamenti microscopici di asbesto, che assumono la forma di piccoli gomitoli.
Il caso di Franco Di Mare
Sono considerazioni che tornano di scottante attualità, in seguito alla drammatica testimonianza di Franco Di Mare. Secondo il noto giornalista della Rai, la malattia di cui soffre, mesotelioma pleurico, potrebbe essere stato provocato dall’esposizione a questo materiale, e alle polveri sollevate dai proiettili all'uranio impoverito, durante la guerra in Bosnia, dove lui era inviato di guerra.
Il tumore ai polmoni
Ma il mesotelioma non è l’unico problema a livello respiratorio. Sempre nel 2023, sono state effettuate circa 4mila nuove diagnosi di tumore del polmone dovute all’esposizione all’amianto, anche se qui entrano in gioco pure il fumo, le polveri inquinanti e altri cancerogeni, perfino il radon, il gas radioattivo che si sprigiona dal sottosuolo. L’amianto in cattivo stato di conservazione si può insinuare nelle condutture dell’aria sotto forma di polveri sospese.
I dati dell’Oms
Le statistiche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) rivelano che circa 125 milioni di lavoratori in tutto il mondo sono ancora esposti all’amianto. In Italia sono presenti 40 milioni di tonnellate di amianto all’interno di un milione di alloggiamenti, comprese civili abitazioni, pertinenze, capannoni industriali.
Dove si trova l’amianto
L’amianto è presente anche nelle scuole (2.500) costruite nel dopoguerra, come pure in biblioteche, palestre e persino in alcuni tratti di vecchi acquedotti e negli ospedali (almeno 500), sono le lastre di eternit inserite nei controsoffitti, nelle pareti divisorie, nei quadri elettrici e negli impianti termoidraulici. Nonostante il divieto di produzione di amianto in Italia dal 1992, il materiale è ancora presente in luoghi non bonificati.
I tempi di latenza
“I tempi di latenza della malattia – ha affermato Saverio Cinieri, presidente di Fondazione AIOM, Associazione italiana oncologia medica – possono andare da 20 anni a oltre 40 anni dall’inizio dell’esposizione. L’età media alla diagnosi è di 70 anni. L’amianto è un agente cancerogeno certo, oltre che per il mesotelioma pleurico, anche per polmoni, laringe, ovaio, peritoneo, pericardio, tunica vaginale del testicolo, colon-retto, esofago, stomaco e faringe”.
Amianto messo al bando in Italia
Per la sua natura di malattia professionale, in Italia è attivo un sistema nazionale di sorveglianza con segnalazione obbligatoria al Registro Nazionale Mesoteliomi. L’impiego dell'amianto è stato messo al bando nel 1992, con la legge che ne ha decretato un generale divieto di estrazione, commercializzazione e produzione, ma restano importanti le quantità di amianto presenti ancora nei territori.
Le diagnosi
Il mesotelioma oggi, continua ad essere diagnosticato, proprio per l’uso intenso del minerale dal secondo dopoguerra fino all’inizio degli anni Novanta. I settori più coinvolti sono l’edilizia e l’industria pesante, dai quali deriva il 60% dei casi registrati negli archivi del Registro Nazionale.
Sintomi e terapie
I primi sintomi, di solito presenti da alcuni mesi dal momento della diagnosi, sono dolore toracico, difficoltà respiratoria e tosse. Il segno più frequente è la formazione di liquido pleurico nelle localizzazioni toraciche. Studi recenti hanno evidenziato il ruolo dell’immunoterapia con pembrolizumab, in questa neoplasia, e la chemioipertermia, una tecnica che consente la perfusione, una sorta di lavaggio della pleura con una soluzione a 40 gradi contenente chemioterapico.
L'esistenza di un nesso tra esposizione all'amianto attraverso le vie respiratorie, e mesotelioma pleurico, è spesso oggetto di dibattito anche all'estero.
Gli Stati Uniti
Negli Stati Uniti l’amianto è stato ampiamente utilizzato nel passato, soprattutto nell’edilizia e nell’industria. Le presunte vittime e i loro familiari hanno intrapreso cause legali contro le aziende che hanno prodotto o commercializzato materiali contenenti tracce di tale cancerogeno, un contenzioso che si trascina da decenni.
L’Europa
L’amianto è stato utilizzato diffusamente nel territorio della UE, e il mesotelioma pleurico è una preoccupazione dei governi che stanno lavorando per bonificare gli ambienti contaminati. Molti lavoratori esposti all’amianto durante la loro carriera professionale hanno sviluppato il mesotelioma pleurico. Questi casi dimostrano chiaramente che esiste un legame tra l’esposizione all’amianto e la malattia, ma è difficilissimo quantificare quanto incidano, nella genesi della malattia, altri fattori come l'esposizione agli altri noti inquinanti atmosferici cancerogeni (smog, polveri, fumo di sigaretta, sostanze chimiche disperse nell'aria).