Roma, 23 novembre 2014 - Papa Francesco ha celebrato oggi la messa di canonizzazione di Fratel Amato, ora Santo Amato Ronconi. In una piazza San Pietro gremita di fedeli (FOTO) arrivati da tutto il mondo, erano presenti anche i 21 pellegrini giunti a piedi da Saludecio, insieme al sindaco Dilvo Polidori e alle centinaia di fedeli arrivati in pullman per l’occasione da tutta la provincia di Rimini e dal pesarese. Al termine della celebrazione il Santo Padre ha rivolto il proprio saluto alla numerosa delegazione riminese; nell’incontro privato l’amministrazione comunale ha rivolto al Papa l’invito a recarsi in visita a Saludecio durante i festeggiamenti per Santo Amato in programma l’8 maggio. «Grande l’emozione per un sogno che finalmente si è avverato», commenta il sindaco Dilvo Polidori.
LA CERIMONIA. Durante la messa di questa mattina papa Francesco ha canonizzato sei santi, le cui immagini sono state esposte sulla facciata della Basilica di San Pietro. Dopo la lettura della liturgia della parola da parte di Serenella Bartolini della parrocchia San Biagio di Saludecio, le reliquie del Santo (il metatarso prelevato a fine dello scorso luglio a Saludecio) sono state portate all’altare da Fabio Raimondi, figlio di Alessandro, miracolato a Modena nel 1949, e da Paolo Morotti, figlio di Amato, che ha perorato la causa iniziale per l'avvio del processo di canonizzazione nel 1991 per il riconoscimento miracolo. Insieme a loro suor Irene Wona dell'Istituto sorelle dell'Immacolata fondato a Rimini. In separata sede il vicesindaco Andrea Tenti e il dottor Roberto Bartoli hanno donato al Pontefice la conchiglia in ceramica con dedica e una piccola teca contenente un’altra reliquia di Santo Amato, e in via informale gli hanno rivolto l’invito a visitare Saludecio durante le celebrazioni del prossimo 8 maggio.
DALL’OMELIA DI PAPA FRANCESCO. «Oggi la Chiesa ci pone dinanzi come modelli i nuovi Santi che, proprio mediante le opere di una generosa dedizione a Dio e ai fratelli, hanno servito, ognuno nel proprio ambito, il regno di Dio e ne sono diventati eredi. Ciascuno di essi ha risposto con straordinaria creatività al comandamento dell’amore di Dio e del prossimo. Si sono dedicati senza risparmio al servizio degli ultimi, assistendo indigenti, ammalati, anziani, pellegrini. La loro predilezione per i piccoli e i poveri era il riflesso e la misura dell’amore incondizionato a Dio. Infatti, hanno cercato e scoperto la carità nella relazione forte e personale con Dio, dalla quale si sprigiona il vero amore per il prossimo. Perciò, nell’ora del giudizio, hanno udito questo dolce invito: «Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo» (Mt 25,34). Con il rito di canonizzazione, ancora una volta abbiamo confessato il mistero del regno di Dio e onorato Cristo Re, Pastore pieno d’amore per il suo gregge. Che i nuovi Santi, col loro esempio e la loro intercessione, facciano crescere in noi la gioia di camminare nella via del Vangelo, la decisione di assumerlo come la bussola della nostra vita. Seguiamo le loro orme, imitiamo la loro fede e la loro carità, perché anche la nostra speranza si rivesta di immortalità».
DALL’ANGELUS RECITATO DAL SANTO PADRE. «L’esempio dei quattro Santi italiani, nati nelle Provincie di Vicenza, Napoli, Cosenza e Rimini, aiuti il caro popolo italiano a ravvivare lo spirito di collaborazione e di concordia per il bene comune e a guardare con speranza al futuro, in unità, confidando nella vicinanza di Dio che mai abbandona, anche nei momenti difficili. Saluto con affetto i Cardinali, i Vescovi, i sacerdoti, come pure le famiglie, i gruppi parrocchiali, le associazioni e le scuole presenti».
L’EMOZIONE DEL SINDACO DI SALUDECIO DILVO POLIDORI. «Una giornata stupenda. Finalmente si è realizzato quello che da 15 generazioni stavamo aspettando. Fratel Amato fu proclamato Beato nel 1776, ci sono voluti più di 200 anni per arrivare a questo momento. E’ stata una grandissima emozione per me e per le centinaia di fedeli arrivati oggi a Roma per santificare Amato. Ci siamo commossi, abbiamo vissuto questo momento con grande gioia e fede. La devozione a Santo Amato era palpabile, la gente ci teneva davvero tanto, e finalmente il momento è arrivato».