Lunedì 12 Agosto 2024
NINO FEMIANI
Cronaca

Altro ragazzino bullizzato. Preso a schiaffi dal branco mentre gli amici filmano: "Adesso ci baci le mani"

Nuovo caso di soprusi dopo il 12enne obbligato a inginocchiarsi e pestato a Vieste. Ad Avellino la vittima ha 13 anni: "Se lo dici a mamma ti appendiamo". E il video dell’aggressione è stato subito condiviso sulle chat e sui social.

Altro ragazzino bullizzato. Preso a schiaffi dal branco mentre gli amici filmano: "Adesso ci baci le mani"

Il filmato del 12enne di Vieste costretto dai bulli a inginocchiarsi e preso a schiaffi

Episodi di bullismo condivisi sui social network: una pratica sempre più diffusa e preoccupante, poiché l’uso della tecnologia amplifica l’impatto di queste azioni brutali. Due episodi, avvenuti a Sirignano (Avellino), e a Vieste (Foggia), ne sono esempi inquietanti, con le vittime umiliate pubblicamente attraverso i video diffusi sulle piattaforme. A Sirignano, piccolo Comune dell’Irpinia, un 13enne è stato vittima venerdì sera di un episodio particolarmente cruento.

Il giovane, affetto da un deficit psicomotorio e che tutti chiamano ‘babà’ per la sua mitezza, è stato prima picchiato e deriso all’interno di un appartamento da un ragazzo più grande, mentre un coetaneo riprendeva l’aggressione con il cellulare. In un secondo video, la vittima, circondata dal "branco" di baby-bulli, veniva minacciata affinché non denunciasse l’accaduto alla madre. "Se lo fai, ti appendiamo come Cristo in croce". Il momento più degradante è stato quando "babà" è stato obbligato a baciare le mani ai suoi persecutori, un gesto di sottomissione camorristica filmato e diffuso online dai ‘carnefici’, che hanno cercato così di esibire il potere che esercitavano sul mite tredicenne. Il video è stato reso pubblico da Francesco Emilio Borrelli, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, e gli aggressori sono già stati identificati dai carabinieri in meno di 48 ore.

Non un caso isolato, quello di Sirignano. Una settimana prima, a Vieste, un altro adolescente, questa volta di 12 anni, è stato vittima di un episodio di prevaricazione altrettanto grave. Nella serata del 4 agosto, in una piazza a ridosso del centro storico, il giovane è stato accerchiato da un gruppo di coetanei – quasi tutti rampolli di professionisti e colletti bianchi, poi identificati - che lo hanno costretto a inginocchiarsi e lo hanno brutalmente schiaffeggiato, mentre una dozzina di ragazzi e ragazze ridevano e incitavano alla violenza. Anche in questo caso, la scena di botte e umiliazione è stata filmata e il video è stato diffuso sui social, diventando virale nel giro di poche ore. Nessuno ha cercato di fermare l’aggressione, la preoccupazione principale è stata quella di documentare l’insolenza e condividerla sui social media, quasi a voler trasformare la sofferenza della vittima in un macabro spettacolo da esibire pubblicamente.

"La spettacolarizzazione del dolore altrui e la totale assenza di compassione ed empatia sono sintomi di un problema più profondo che richiede un intervento urgente da parte delle istituzioni, della scuola e delle famiglie", spiega Raffaele Dotolo, esperto di cyberbullismo. "La viralità di queste pubblicazioni può causare un danno psicologico significativo alla vittima, aumentandone il senso di isolamento e di vergogna. Essere derisi o molestati può portare, in casi estremi, perfino a uccidersi".

Sta diventando poi un’abitudine la registrazione di aggressioni fisiche e risse, video spesso ripresi da altri spettatori con i loro smartphone e postati su TikTok, Instagram o Facebook. La condivisione di queste immagini non solo intensifica l’umiliazione di chi ha avuto la peggio, ma può anche incoraggiare ulteriori atti di violenza e vendetta. In Europa, un rapporto dell’Oms ha rivelato che un adolescente su sei, tra gli 11 e i 15 anni, ha dichiarato di essere stato vittima di bullismo e cyberbullismo. Il 12% dei giovani ha invece ammesso di aver partecipato a questi atti.