Altavilla Milicia (Palermo), 20 febbraio 2024 - La strage di Altavilla Milicia sgomenta. Ma questa storia di orrore e di farneticazioni su possessioni diaboliche potrebbe riservare altri colpi di scena. Il gip ipotizza “una connotazione ed estensione criminale anche più ampia”. In altre parole, l’inchiesta dovrà rispondere anche a questa domanda: ci sono altre complicità?
Le accuse
In carcere per l’omicidio di Antonella Salamone, mamma di 40 anni, e dei fratellini Emmanuel e Kevin, di 5 e 16 anni, ci sono Giovanni Barreca, la figlia 17enne e una coppia, Sabrina Fina e Massimo Carandente. I due, scrive il gip, “risultano inseriti all’interno di un gruppo religioso più ampio al quale era stata rappresentata la situazione del nucleo familiare preso di mira dai due correi”.
Ieri il paese ha pregato per i fratellini, torturati e uccisi assieme alla mamma Antonella. Il ragazzo più grande, raccontano le carte del gip, ha cercato in tutti i modi di difendersi.
Domani il colloquio con l’avvocato
Marco Rocca, avvocato difensore di Sabrina Fina e Massimo Carandente, domani ha chiesto di incontrare i suoi assistiti. Vedrà certamente Sabrina Fina, con la quale ha fissato già un colloquio. Per il compagno attende ancora che la nomina venga registrata. “Sono stato nominato da Fina –chiarisce il legale – perché conosco il fratello che ha collaborato con me quale esperto informatico. È stato lui a chiedermi di difendere la sorella, una volta che il legale di Carandente ha rinunciato all’incarico”.
Le parole del difensore
Sulla tragedia per esprimersi attende di leggere le carte: “Al momento ho letto le ricostruzioni giornalistiche. Attendo di potere visionare tutti gli atti di cui ho fatto richiesta e poi potrò iniziare il mio lavoro - spiega -. Certo, una vicenda terribile su cui bisogna chiarire innanzitutto i ruoli. Prima di ogni dichiarazione aspetto di parlare con i miei assistiti”.
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Kevin ha cercato di difendersi
Non voleva arrendersi alle torture e alle sevizie, Kevin Barreca. Un altro dettaglio choc che emerge dalle indagini coordinate dalla procura di Termini Imerese. In particolare, secondo quanto ricostruito fino a questo momento, Sabrina Fina avrebbe ricevuto un morso alla caviglia da parte del ragazzo, “che aveva tirato anche un quadro al marito Carandente colpendolo al collo”, dice il gip di Termini Imerese nella misura cautelare. A raccontarlo sarebbe stata la stessa Fina che però sostiene di essere andata nella villetta per “placare gli animi” nella famiglia Barreca. “Infine, aggiungeva che prima di andare via dall’abitazione di Altavilla Milicia aveva lasciato Kevin ancora legato”.
Il coinvolgimento della coppia: cosa scrive il gip
Anche la figlia 17enne, unica sopravvissuta al massacro, ha dichiarato sul punto che i tre avevano immobilizzato il fratello Kevin, “che cercava di sottrarsi ai suoi aguzzini e che, in particolare, li padre lo aveva bloccato mentre Sabrina e Massimo lo legavano con una catena piena di ruggine, cavi e fili”. Ed in effetti c’è agli atti un referto medico delle ore 16 dell’11.02.2024 “in cui si dà atto che veniva medicato il polpaccio sinistro di Fina Sabrina, la quale presentava segni ed ematomi sulle braccia, e che la stessa dichiarava di essere stata aggredita fisicamente”, si legge nella misura cautelare.
Che cosa è stato trovato nella casa della coppia
Per il gip “il coinvolgimento dei due coniugi è, inoltre, ulteriormente riscontrato anche dai molteplici ritrovamenti di carattere religioso presso la loro abitazione, dove venivano rinvenuti anche diversi biglietti del treno relativi alla tratta Palermo - Altavilla Milicia del 20 gennaio, del 4 febbraio, del 6 febbraio e del 9 febbraio e del 10 febbraio a riprova della loro presenza sui luoghi già riferita dalla Fina nell’immediatezza dei fatti alla P.G. e riferita anche dalla minore”.