Mercoledì 22 Gennaio 2025
REDAZIONE CRONACA

Caso Almasri, l’opposizione chiede le dimissioni di Nordio

Il torturatore libico era stato arrestato in Italia sulla base di un mandato di cattura internazionale ma è stato scarcerato poche ore dopo per un errore procedurale e riportato in patria con un volo dei servizi italiani

Roma, 22 gennaio 2025 – Prima la scarcerazione per un “errore procedurale”, poi il rimpatrio a bordo di un volo di Stato.

SENATO, AULA RELAZIONE ANNUALE DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA NORDIO
Caso Almasri, l'opposizione chiede le dimissioni del ministro della Giustizia, Carlo Nordio

Sta suscitando numerosissime polemiche politiche, con l’opposizione che chiede le dimissioni del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, il caso del comandante della polizia giudiziaria libica Najeem Osama Elmasry, noto come Almasri, sul quale pendeva un mandato della Corte penale internazionale per "crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi nella prigione di Mitiga, puniti con la pena massimo dell’ergastolo".

"La premier Meloni deve venire urgentemente" in Aula "a riferire" sulla vicenda che ha coinvolto Njeem Osama Elmasry, noto come Almasri. Lo hanno chiesto tutte le opposizioni (AVS, Pd, Più Europa, Italia viva, M5S e Azione) alla Camera, prima delle comunicazioni alla Camera del ministro della Difesa, Guido Crosetto, sull'invio delle armi all'Ucraina.

Avs: “Governo collaborazionista”

"Il Governo Meloni – ha affermato Marco Grimaldi, vicecapogruppo di AVS – viola un mandato della Corte e si macchia di collaborazionismo. L'ammissione è poi arrivata: figura troppo importante per Tripoli e per Washington. La verità è che il Governo libico vi avrà intimato di liberarlo. Forse non ne ha neanche avuto bisogno. Vergognatevi".

"Il Governo – ha chiesto Benedetto Della Vedova, di Più Europa – chiarisca immediatamente chi ha assicurato al generale Almasri di poter venire indisturbato in Italia nonostante il mandato di cattura della Corte penale internazionale: con quali coperture è entrato nel nostro Paese? Con il permesso di chi, con quali guarentigie?".

I lager in Libia

"In Libia – ha sottolineato Paolo Ciani, del Pd – esistono veri e propri 'lager', come li ha definiti Papa Francesco, e la persona liberata ieri è ritenuta uno dei principali responsabili degli orrori che vi si compiono. È indispensabile comprendere per quale motivo Almasri fosse in Italia e, soprattutto, perché sia stato rimesso in libertà con tale urgenza, nonostante i mandati di cattura internazionale. Questa decisione, che rappresenta una violazione degli impegni assunti dal nostro Paese nei confronti della Corte penale internazionale, appare come il risultato di una scelta politica sulla quale è indispensabile garantire piena trasparenza. Il Governo ha il dovere di fornire spiegazioni chiare e dettagliate per ristabilire la credibilità dell'azione dello Stato e riaffermare l'impegno dell'Italia verso la giustizia internazionale''.

Renzi: “Liberato un pericoloso criminale. Siete ammattiti”

"Di solido approviamo le sue dichiarazioni, poi vediamo l'azione del governo e ci vengono dei dubbi. Per esempio ad Atreju la premier Meloni aveva detto che sarebbe andata avanti con i centri in Albania per dare la caccia in tutto l'orbe terraqueo ai trafficanti di esseri umani. Signor ministro ieri gli è capitato sul tavolo uno di questi trafficanti che la Cpi ci dice che è un pericoloso criminale e voi non gli date la caccia, anzi lo portate a casa con un aereo dei Servizi. Sono solo io a dire che siete ammattiti? Possibile che nessuno si alza e dice che non va?». Lo ha detto in Senato il leader di Iv Matteo Renzi nelle dichiarazioni di voto sulle risoluzioni dopo la relazione di Nordio sull'amministrazione della giustizia.

In Italia per vedere Juventus-Milan

Una vicenda estremante complessa. Arrestato mentre si trovava in Italia dove sarebbe dovuto andare ad assistere alla partita Juventus-Milan, Alnasri, in base al mandato di cattura internazionale, era stato portato nel carcere delle Molinette. Da lì però è uscito per un “errore procedurale” ed è stato riaccompagnato in Libia, dove è stato accolto da manifestazioni di giubilo, con un volo dei Servizi segreti italiani. Ma come è possibile che un ricercato a livello internazionale si trovasse in Italia (e perché) e soprattutto come è stato possibile che sia stato liberato “in fretta e furia” e rimpatriato? Sono i quesiti che molti si stanno facendo e che l’opposizione sta rivolgendo al governo in queste ore.

Secondo alcune ricostruzioni Almasri si trovava in Germania dove si è presentato ad un autonoleggio per chiedere se poteva riconsegnare a Fiumicino l'auto che avrebbe preso a noleggio. È quanto si apprende da fonti informate. Lo stesso giorno la Corte penale internazionale ha spiccato il mandato d'arresto nei suoi confronti. In quelle ore un funzionario della Corte dell'Aja ha preso contatto con un funzionario di sicurezza dell'ambasciata italiana in Olanda per comunicargli che Almasri sarebbe entrato in Italia, dove è stato poi arrestato la sera del 19

I motivi della scarcerazione

"Il Procuratore generale chiede che codesta Corte dichiari l'irritualità dell'arresto in quanto non preceduto dalle interlocuzioni con il ministro della Giustizia, titolare dei rapporti con la Corte penale internazionale; ministro interessato da questo ufficio in data 20 gennaio, immediatamente dopo aver ricevuto gli atti dalla Questura di Torino, e che, a oggi, non ha fatto pervenire nessuna richiesta in merito. Per l'effetto non ricorrono le condizioni per la convalida e, conseguentemente, per una richiesta volta all'applicazione della misura cautelare. Ne deriva la immediata scarcerazione del pervenuto". È quanto si legge nell'ordinanza della corte di Appello di Roma, che dispone l'immediata scarcerazione di Najeem Osema Almasri Habish, il cittadino libico arrestato due giorni fa a Torino.

"L'arresto d'iniziativa della polizia giudiziaria nella procedura di consegna su mandato della Corte penale internazionale deve ritenersi escluso in quanto non espressamente previsto dalla normativa speciale che ha specificatamente previsto ogni adempimento relativo alla compressione dello status libertatis della persona", si legge nell'ordinanza della corte di Appello di Roma, che dichiara il non luogo a provvedere sull'arresto di Najeem Osema Almasri Habish, "in quanto irrituale perché non previsto dalla legge" e "in assenza di richiesta di applicazione di misura cautelare da parte del Procuratore generale per mancata trasmissione degli atti della Corte penale internazionale di competenza ministeriale".

I reati di Almasri

Ma chi è il carceriere libico Almasri? Secondo Amnesty, nel 2021 Osama Njeem è stato nominato direttore dell'Istituto di riforma e riabilitazione della polizia giudiziaria di Tripoli. In questa posizione, ha supervisionato le prigioni, tra cui quelle di Mitiga, Jdeida, Ruwaimi e Ain Zara, formalmente sotto il controllo della polizia giudiziaria. Dal 2016, ha diretto il reparto della polizia giudiziaria della prigione di Mitiga. Nell'agosto 2023, l'Apparato di deterrenza "ha partecipato a scontri tra le milizie a Tripoli, utilizzando armi esplosive con effetti su larga scala. Questi scontri hanno causato almeno 45 morti e oltre 164 feriti, tra cui vittime civili".