Giovedì 26 Settembre 2024
ANTONIO TROISE
Cronaca

Alluvione, il ministro Musumeci: “Non si confonda la ricostruzione con la cura ordinaria”

Il titolare del dicastero della Protezione civile: “Serve una prevenzione strutturale. Presto un tavolo per fare il punto sui fondi stanziati e gli interventi effettuati”

“È così. Siamo arrivati impreparati all’appuntamento con il cambiamento climatico, che ha esasperato una condizione di fragilità e vulnerabilità gia nota del territorio nazionale. Così come da sempre si susseguono le alluvioni. E continueranno ad esserci. Non possiamo certo evitarle, ma ridurne gli effetti sì. E per farlo serve la prevenzione strutturale. Purtroppo, noi italiani non siamo un popolo propenso alla prevenzione”.

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I danni dell'alluvione sono ingenti in una zona già colpita un anno fa

Impossibile recuperare in un anno ritardi che hanno origini più antiche. Il governo non poteva fare qualcosa in più?

“Quando parliamo di prevenzione facciamo attenzione a non confondere attività straordinaria e ordinaria. Mettere in sicurezza un territorio dagli eventi legati al dissesto idrogeologico o alle frane significa lavorare per 10-15 anni su una programmazione attenta e dettagliata. Compito, questo, delle Regioni, usando anche risorse dello Stato. E significa pure coordinare la pianificazione urbanistica con quella di protezione civile. Cosa mai fatta in Italia, malgrado previsto per legge. Altrimenti non ci sarebbero migliaia e migliaia di edifici realizzati a due passi dai fiumi, o fiumi tombati per costruirvi sopra strade, piazze o case. Questa è l’attività ordinaria. Altra cosa è quella straordinaria, svolta dal commissario per la ricostruzione dei luoghi colpiti dall’alluvione 2023”.

Ingenti le risorse stanziate. Ancora ieri, però, c’è stato uno scaricabarile di responsabilità fra Regione e Commissario straordinario su chi doveva spendere e non lo ha fatto.

“Cosa c’entra il commissario Figliuolo con la alluvione di questi giorni? Il commissario ha il compito di ricostruire quello che nel maggio 2023 è stato distrutto. E ci vorrà qualche anno per farlo, come avviene in tutte le ricostruzioni, fino a quando il Parlamento non approverà un nostro disegno di legge che fissa tempi certi e procedure snelle. Faccio un esempio: se una cassa di espansione a monte di un fiume non esisteva prima dell’alluvione non è compito del commissario realizzarla. È un’opera che rientra nella prevenzione ordinaria affidata alla Regione. Il Piano lo redige il commissario ma la realizzazione non rientra nel suo mandato, che è integrativo e non sostitutivo delle funzioni istituzionali regionali”.

La Regione ha davvero fatto tutto quello che avrebbe dovuto?

“Non ho elementi per dirlo. Conosco il denaro che la Regione ha ricevuto ma non quello che ha speso. Fisseremo presto un confronto per fare il punto sugli interventi effettuati e su quelli da effettuare, in un rapporto di leale collaborazione. Il tempo in cui Roma trasferiva denaro ai territori senza chiedersi se e come veniva speso è finito da 2 anni. Vale per tutte le Regioni, a prescindere dal colore politico di chi le governa. Ho saputo di polemiche scoppiate nei giorni scorsi e mi spiace. Soprattutto non servono ai cittadini”.

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Nello Musumeci, Ministro per la Protezione Civile e le Politiche del mare

Uno dei problemi è la manutenzione delle opere di messa in sicurezza dei bacini. C’è ancora troppa burocrazia?

“Tenere pulito l’alveo di un fiume, controllare periodicamente gli argini, liberare in estate i tombini otturati negli abitati: sono tutte operazioni di prevenzione, che vanno svolte prima dell’autunno. Perché quando l’acqua piovana arriva, veloce e abbondante, o trova il suo percorso libero o se lo trova da sola. E sono tragedie”.

C’è un grande tema di costi della ricostruzione e interventi di messa in sicurezza. La polizza assicurativa per gli immobili può essere una soluzione?

“Sì. Ne hanno ampiamente discusso i ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali, nel maggio scorso, al G7 di Stresa, definendo le linee guida per l’adozione di partenariati fra pubblico e privato contro i rischi da catastrofi naturali. Negli ultimi anni sono aumentate nel mondo tempeste, alluvioni, inondazioni, incendi, terremoti. E sono cresciute le difficoltà dei mercati assicurativi nel fornire copertura sufficiente a fronte dell’aumentare dei danni ai privati. Il partenariato pubblico-privato può dunqu non solo ridurre il carico finanziario sugli Stati durante i disastri naturali, ma anche promuovere stabilità finanziaria e protezione degli assicurati. Il governo ha già imboccato questa strada: la legge di Bilancio 2025 prevede la assicurazione obbligatoria per le imprese e i contribuenti che usufruiscono del Sisma-bonus. Sarà un processo graduale, ma il tempo in cui lo Stato aveva soldi per tutti e per sempre è finito. E ogni cittadino, in base alle proprie possibilità, dovrà contribuire a mettere al sicuro i propri beni da rischi naturali sempre più incombenti”.