Si parte da Pomigliano d’Arco (Napoli), terra d’origine di Luigi Di Maio, e si punta alle grandi città che andranno al voto nella primavera del 2021: oltre Roma, dove l’accordo appare impossibile, Torino, Milano, Bologna e Napoli. Pd e M5s stringono i bulloni per cementare un’alleanza che li vede reggere insieme le sorti del governo Conte II, ma che, a livello locale, è sempre stata incerta e zoppicante. Infatti, alle regionali del 20-21 settembre, solo in Liguria è stato chiuso, dietro al nome di Ferruccio Sansa, un patto comune. Ma è una regione sulle sei al voto, anche se fino all’ultimo si sta lavorando per stringere un’intesa pure nelle Marche.
Dentro il Pd, però, salgono d’intensità le critiche a un accordo ‘sistemico’. Il sindaco di Firenze, Dario Nardella (nella foto), lancia l’idea di tenere prima un congresso tematico, nel 2021, e solo dopo costruire "alleanze e scelte strategiche". Zingaretti mostra cautela, rispetto al dibattito nei 5 Stelle (mentre lo descrivono come assai irritato verso i suoi ’frondisti’), ma ribadisce la necessità di costruire alleanze a livello locale ("nessuna voglia di esultare, ma di vincere"). Il capogruppo dem al Senato, Andrea Marcucci, plaude alla richiesta di Nardella, di fatto già avanzata dal sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, e da pezzi di Base riformista (area Lotti-Guerini), nonché dai Giovani Turchi.
Il nuovo impulso all’intesa Pd-M5s è arrivato dalla base pentastellata che ha votato per dare il via libera agli accordi locali e Di Maio ha deciso che era l’ora di dribblare Conte.
E così, ecco spuntare il primo miracolo, quello di Pomigliano. Dopo aver sfiorato la rottura, Pd e M5s hanno trovato l’intesa sul nome di un civico, Gianluca Del Mastro, che guiderà una coalizione-laboratorio di una decina di liste. A condurre le trattative è stato l’amico storico del ministro, Dario De Falco – già candidato a sindaco nel 2015 – che ha fatto un passo indietro sul suo nome, di fronte alle ostilità del Pd locale. Ora, per le Comunali di Pomigliano, i protagonisti parlano già di "nuovo laboratorio politico".
E mentre anche alle suppletive in Sardegna (si vota sempre il giorno dell’Election Day) Pd e M5s correranno affiancato per sostenere lo stesso nome (simbolo elettorale due ‘baffi’: uno rosso e uno giallo), Di Maio – stavolta d’intesa con Grillo – guarda alla partita delle comunali del 2021. Impossibile l’intesa a Roma, con la Raggi già ricandidata e il Pd alla ricerca di un nome da opporle (ma potrebbero convergere al ballottaggio), lo schema sarebbe questo: Milano, Torino e Bologna al Pd, Roma e Napoli al M5s.
Ettore Maria Colombo