Sabato 23 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Allarme siccità al Centro Sud: “Fra tre settimane niente acqua per i campi”. Santanché contro il NYT: “Inaridisce anche il turismo”

Risorse idriche razionate in molte regioni, la situazione peggiore in Sicilia con “terreni bruciati come dune nel deserto”, scrive il New York Times. Nell’isola risorse già razionate e appena 414 mm di pioggia in 12 mesi, come nella grande siccità del 2002

Roma, 25 luglio 2024 – Italia una volta di più divisa in due: al Centro-Sud non ci sarà più acqua per irrigare i campi fra tre settimane, mentre nel Nord Italia laghi e fiumi sono al di sopra delle portate medie. La drammatica fotografica è scattata dall'Anbi, l'associazione dei consorzi di bacino, che nel bollettino settimanale sulla situazione delle risorse idriche lancia l'allarme: "Tre settimane ancora e non ci sarà più acqua per l'agricoltura nel Centro-Sud". Il report descrive una situazione particolarmente grave per Puglia, Abruzzo e Sicilia, dove gli invasi sono quasi vuoti, ma grave anche in Sardegna, Basilicata, Calabria, Campania e Lazio. Mentre il Nord Italia è "sovrabbondante d'acqua".

siccità nei campi
siccità nei campi

A secco anche il “granaio d’Italia”

Tra il 21 ed il 22 luglio scorsi in Italia ci sono stati 54 eventi meteorologici estremi, tra grandinate anomale, nubifragi, trombe d'aria e raffiche di vento, che hanno provocato la caduta di alberi e danni alle abitazioni. Le piogge più violente hanno colpito le Marche ed il Friuli con cumulate fino a 110 millimetri a Casarsa della Delizia in poco più di un'ora. L'immagine più eclatante della settimana, secondo il report dell'Osservatorio Anbi sulle Risorse Idriche, è quella dell'invaso di Occhito, un bacino da 250 milioni di metri cubi d'acqua, posto tra Molise e Puglia, a servizio dell'agricoltura del Tavoliere (noto come "il granaio d'Italia") e dell'Acquedotto Pugliese: in soli 8 giorni ha visto ridursi i propri volumi di oltre 15 milioni di metri cubi. La diga sul fiume Fortore ne trattiene adesso solo 77 milioni circa e, d'ora in poi, l'acqua dell'invaso servirà quasi esclusivamente per l'uso potabile, facendo prevedere che, per la metà di agosto, la Capitanata non avrà più risorsa per irrigare i campi. In totale negli invasi foggiani restano meno di 94 milioni di metri cubi d'acqua (in una settimana si sono svuotati di ulteriori 16 milioni) e a preoccupare maggiormente è la possibilità che, come avvenuto negli scorsi anni, il periodo secco si prolunghi fino agli inizi di novembre per poi essere interrotto da eventi meteorologici estremi. In Abruzzo, dopo il prosciugamento del bacino di Penne, anche l'acqua dell'invaso di Chiauci si esaurirà entro metà agosto. Stessa sorte per i territori della valle Peligna. Ai minimi le sorgenti della Maiella.

In Sicilia risorse idriche razionate

Discorso a parte per la Sicilia: a fine giugno le precipitazioni cumulate in 12 mesi sono state mediamente 414 millimetri, cioè solo uno in più rispetto a quanto registrato durante la grande siccità del 2002. Su larga parte della Sicilia Orientale il deficit pluviometrico supera il 60% su base annua. Gli invasi regionali trattengono 267 milioni di metri cubi, il 38,21% del volume di riempimento autorizzato e 42% in meno sulla media del periodo nello scorso quindicennio. Di questi, solamente 122 milioni di metri cubi sono realmente utilizzabili, al netto dei volumi utili alla fauna ittica, dell'interrimento e del cosiddetto "volume morto". Sull'isola, 6 bacini su 29 non hanno più acqua utilizzabile, altri 6 hanno disponibile meno di un milione di metri cubi e 4 meno di due milioni. Gela non potrà ricevere alcun genere d'irrigazione, tutti i comuni della provincia di Caltanissetta stanno subendo riduzioni nella distribuzione idrica. Ad Enna l'acqua potabile viene erogata un giorno sì e due no. Nell'Agrigentino si sta cercando di salvare gli agrumeti, operando trasferimenti di risorsa irrigua. Nel Ragusano le sorgenti sono quasi prosciugate, come pure a Messina. L'acqua è razionata anche a Palermo. Le piogge dei giorni scorsi hanno solo lambito l'estremo lembo nord-orientale dell'isola, lasciando però a secco il resto dei territori siciliani.

siccità nei campi
siccità nei campi

Santanché contro il New York Times

In questo quadro si inserisce la polemica della ministra del Turismo Daniela Santanché con il New York Times, dopo l’articolo con cui il quotidiano statunitense scatta una fotografia impietosa: “Terreni agricoli così bruciati da somigliare a dune del deserto, bacini artificiali e laghi che ricordano crateri pallidi e asciutti. Dopo aver perso i raccolti a causa della siccità, la Sicilia teme di perdere anche il turismo". Immediata la replica della Santanché su X: “Nessuno nega il dramma della siccità in Sicilia ma inaridire anche il turismo quasi colpevolizzandolo come fa il New York Times aggiunge danno al danno per la Sicilia”. E mentre il reportage da oltreoceano sottolinea gli sprechi anche a causa di tubature fatiscenti e l'investimento ancora non messo in atto di 12 miliardi di euro che potrebbe rappresentare un aiuto, il sicilianissimo ministro per la Protezione civile Nello Musumeci fa notare che le Regioni hanno usato solo il 30% dei fondi contro la siccità. Forse non è troppo tardi per salvare il salvabile. Forse.