Festa di compleanno con tragedia per le strade di Alessano, comune di 6mila abitanti del Basso Salento: Pierpaolo Morciano, che proprio domenica festeggiava i suoi 26 anni, è morto in seguito allo sballo provocato dall’inalazione di un gas, il protossido di azoto, conosciuto come ’la droga della risata’ per i suoi effetti euforizzanti. Aveva bevuto assieme agli amici e poi gonfiato un palloncino nel quale era contenuto il gas, inodore e incolore. L’ha aspirato e quasi immediatamente è stato colto da un malore e si è accasciato esanime al suolo. Il medico del 118 non ha potuto che constatarne la morte.
I carabinieri hanno sentito i ragazzi ancora sotto choc – e che saranno di nuovo ascoltati dal magistrato –, mentre il corpo è stato trasportato all’obitorio dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Il pm di turno ha aperto un fascicolo di indagine e ha conferito l’incarico per l’autopsia, che verrà effettuata domani dall’anatomopatologo Ermenegildo Colosimo. I risultati chiariranno il quadro di un decesso che ha lasciato di stucco la comunità.
Disoccupato, Pierpaolo faceva lavori saltuari d’estate. "La mamma porta avanti la famiglia, gente umile e bravissima", piange il vice sindaco Marcello Casi. Ma che cos’è la ’droga della risata’ che, secondo l’Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, è sempre più in auge (ne ha fatto uso un calciatore inglese e si vede in videoclip di artisti rap)? È il protossido d’azoto, una sostanza che viene usata regolarmente in medicina come analgesico e anestetico. Ha la proprietà di avere una rapida reazione dopo essere stato inalato e di venire poi espulso dal corpo in pochi minuti. Ma già da circa 200 anni se ne conoscono gli effetti psicoattivi ed euforici che se non controllati possono essere letali. La sua maggiore diffusione deriva dal fatto che è un elemento facilmente reperibile in cartucce per aerosol o in bombolette di varie misure – che si possono acquistare anche nei supermarket e di cui è fiorente il commercio online – che sono ancor più economiche (30 euro mezzo chilo): si gonfia un palloncino, si inala e via con lo sballo.
Il perché in questo caso il gas si sia trasformato nel killer di Pierpaolo è al vaglio degli inquirenti. La sua assunzione in presenza di alcol non è proprio un toccasana per l’organismo e le reazioni in questo caso possono essere davvero pesanti. D’altra parte qualsiasi somministrazione del gas ha come regola quella che deve essere effettuata da sanitari preparati pronti a intervenire in caso di reazione negativa. Si dovrà scoprire se il povero 26enne soffrisse di qualche patologia a lui sconosciuta per la quale l’inalazione di protossido di azoto (anche conosciuto come biossido di di azoto) potesse essere letale. Gli amici di Pierpaolo hanno pure loro inspirato dai ’balloons’ gonfiati del gas, ma senza conseguenze.
"Gli effetti – spiega Cristina Cadoni tossicologa del Cnr – variano secondo l’individuo e la concentrazione del gas. Un consumo protratto nel tempo può provocare conseguenze che variano dalle neuropatie, caratterizzate da danni a carico del sistema nervoso periferico che causano debolezza muscolare, problemi di equilibrio e a camminare, alla parestesia, cioè un’alterata percezione degli stimoli sensoriali, fino ad alterazioni delle funzioni cognitive, della respirazione, del battito cardiaco e a embolie".