"Ci sono due Stati Uniti. Ed è vero che i giovani hanno fermato la valanga Trump ma l’uomo della strada resta con lui".
Professore Alec Ross, che cosa ne è stato dell’onda rossa dei Repubblicani?
"È stato solo un ruscelletto rosso. E non era previsto".
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Come si spiega?
"Se c’è stata un’onda, in queste elezioni di Mid-term, è quella dei votanti under 30 per i democratici (il 28% in più per l’Asinello rispetto all’Elefante in questa fascia di età). Non era prevista perché i giovani non sempre vanno alle urne".
Perché sono andati stavolta?
"Per difendere i diritti a rischio e l’ambiente".
Chi esce più indebolito dal risultato, Biden o Trump?
"Pareggio. Trump, perché molti dei suoi candidati estremisti e negazionisti (rispetto all’esito delle elezioni del 2020) hanno fallito. Biden, perché non è riuscito a “ricucire“ il Paese e non ha saputo rassicurare sul problema dell’inflazione".
Chi ha perso, dunque?
"Non è andata bene né per l’ultrasinistra né per l’ultradestra, eppure sono le stesse aree decisive nell’esprimere i vincitori delle primarie. Analizzando i numeri, Stato per Stato, colpisce notare come i risultati siano spesso sostanziali pareggi".
Non sono più Stati 'uniti'?
"Io per esempio le sto parlando dall’Arizona, uno Stato spaccato in due, come il Wisconsin o la Pennsylvania. Lo scarto tra i due partiti è di una manciata di voti. Niente è cambiato dal 2020".
Cosa prevede?
"Andremo incontro alle prossime elezioni con un alto livello di volatilità, senza poter dare nulla per scontanto. Temo che la violenza nel 2024 sarà inevitabile".
Intende episodi come l’assalto al Congresso?
"Penso che ci siano estremisti, soprattutto nell’ultradestra, che potranno provocare episodi di violenza perché vivono in un mondo di informazioni totalmente diverso. E se prevalesse Trump, ci sarebbero reazioni dall’ultrasinistra. Non dico che ci sarà la guerra civile, ma è da 160 anni, dalla guerra civile appunto, che non si vedeva una frattura così".
Si parla del repubblicano Ron De Santis, rieletto in Florida, come dell’anti-Trump. L’Elefante cambierà leader?
"De Santis... mi si conceda una nota personale: la famiglia di De Santis viene da un borgo di 220 abitanti sui monti dell’Abruzzo che si chiama Canzano, lo stesso da cui proviene la mia famiglia. In ogni caso, è sbagliato definirlo un anti-Trump, perché è espressione della stessa ala di destra. Ma attenzione...".
Trump è solo all’inizio?
"Gli elettori repubblicani lo amano, Trump ha ancora il sostegno del tassista, del cameriere... Gli sfidanti potrebbero prevalere solo se l’ex presidente fosse “fermato“ da uno dei processi giudiziari in corso. È impossibile togliere il voto dell’uomo della strada da Trump".
E la guerra in Ucraina? Ha inciso sul risultato del voto?
"Direi di no, qui è lontana, sia geograficamente sia per gli effetti economici, e la paura di un’escalation ancora non c’è".