Viareggio, 15 luglio 2023 – Non è nuovo a uscite plateali Alberto Veronesi, il direttore d’orchestra che ieri ha diretto la Bohème bendato al Festival Pucciniano di Torre del Lago. Una provocazione contro la scelta di mettere in scena una rivisitazione dell’opera di Giacomo Puccini che il regista francese Christophe Gayral ha ambientato nella Parigi delle rivolte sessantottine con tanto di Mimì in minigonna.
Veronesi non ha raccolto alla lettera l’invito del sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi che gli ha chiesto di rifiutarsi di dirigere, ha però manifestato la sua insofferenza. “Non voglio guardare queste scene”, ha urlato al pubblico prima di dirigere tutta quanta l’opera con gli occhi coperti da una benda nera. Per tutta risposta, dalla platea si è alzato qualche grido di “vergogna”.
"I personaggi della 'Bohème' di Puccini non sono dei contestatori comunisti che rappresentano solo una parte dell'umanità, ma comunicano sentimenti e valori universali che appartengono a tutti noi – spiega oggi il musicista –. Non è una questione politica ma solo di attribuzione di valori a Puccini che lui non intendeva mettere in scena nella 'Bohéme'.
Alberto Veronesi, 58enne milanese, è però anche un militante. Figlio del famoso oncologo Umberto Veronesi, è stato per anni iscritto al Pd, nel 2016 si è candidato a Milano nella lista di Beppe Sala. Nel 2020 ha corso in Toscana (“Lucca è la mia seconda casa”, diceva) sempre con il Partito democratico, fino a quest’anno, quando a sorpresa ha deciso di scendere in campo con Fratelli d’Italia alle elezioni in Lombardia. Una giravolta che è rimasta indigesta anche al Comitato per le celebrazioni pucciniane che presiede (lo ha scelto Draghi ma Meloni ha riconfermato il suo incarico con tanto di finanziamenti).
Dicevamo: non è la prima volta che Veronesi cerca il colpo di scena. Nel 2016 nella serata inaugurale del Festival Pucciniano interruppe la Tosca dopo che il Tar sospese l’elezione del sindaco di Viareggio, con conseguente uscita di scena del sindaco Giorgio Del Ghingaro e l'arrivo di un commissario. Nel settembre 2020 si travesti da uomo sandwich contro l’allora segretario della Lega Salvini. Lo stesso Salvini che ora è ministro del governo Meloni.