Lunedì 22 Luglio 2024
RICCARDO IANNELLO
Cronaca

Il vigile Alberto Muraglia e il reintegro, che fine hanno fatto gli altri “furbetti del cartellino”

Era il 22 ottobre 2015 quando scoppiò la bufera per l’inchiesta ‘Stachanov’ sui dipendenti presunti fedifraghi del Comune di Sanremo

Sanremo, 29 ottobre 2023 - La bufera sui cosiddetti “furbetti del cartellino”, i dipendenti presunti fedifraghi del Comune di Sanremo, scoppiò il 22 ottobre 2015 con un blitz senza precedenti per la Città dei Fiori: la Guardia di Finanza notificò 43 misure cautelari – 9 in carcere, 34 agli arresti domiciliari – oltre a otto obblighi di firma; qualche mese dopo, il 22 gennaio 2016, l’amministrazione guidata dal sindaco Alberto Biancheri (centrosinistra, ancora sulla poltrona più alta) decise il licenziamento di questi dipendenti per molti dei quali la sezione lavoro della Corte d’Appello di Genova ha imposto il reintegro nel posto di lavoro con tanto di pagamento di stipendi arretrati, contributi e risarcimenti che equivalgono a circa 250mila euro per ogni ex furbetto.

Un frame del video dell'inchiesta 'Stachanov' con l'ex vigile Muraglia che timbrava il cartellino in mutande
Un frame del video dell'inchiesta 'Stachanov' con l'ex vigile Muraglia che timbrava il cartellino in mutande

L’ultimo a vincere il suo ricorso è stato quello che era diventato l’emblema dell’operazione, il vigile Alberto Muraglia, che abitava nel palazzo comunale e che era stato colto dalle telecamere piazzate dalle Fiamme Gialle mentre timbrava il suo cartellino in mutande: un comportamento che al tempo venne ritenuto non solo fraudolento, ma anche lesivo dell’etica dell’amministrazione stessa. Una battaglia, quella sull’occupazione, che l’uomo dopo otto anni ha vinto in maniera definitiva dopo avere già riacquistato la verginità pensale.

Approfondisci:

Timbrò cartellino in slip: l’ex vigile tornerà al lavoro. Risarcito con 250mila euro

Timbrò cartellino in slip: l’ex vigile tornerà al lavoro. Risarcito con 250mila euro

Gli indagati, alcuni dei quali sorpresi in fragranza di reato, timbravano l’ingresso in ufficio ma in realtà andavano in giro per la città per i fatti loro: chi faceva la spesa, chi aiutava un amico in un secondo lavoro, chi addirittura andava a fare un giro in canoa. Alcuni patteggiarono una pena minima riconoscendo il proprio peccato, altri finirono a giudizio e nel tempo vennero assolti dal reato di assenza ingiustificata in orario d’ufficio. Per di loro ci furono condanne in primo grado fra l’anno e due mesi di reclusione e i 3 anni e 7 mesi, ma il 24 maggio scorso la sezione penale della Corte d’Appello del capoluogo ligure ha deciso che i reati erano prescritti e quindi non più penalmente perseguibili. Diverse le conseguenze per la decisione della sezione lavoro, che però ha in maggior numero “graziato” i presunti furbetti, ultimo dei quali proprio Muraglia, che era stato assolto penalmente nel 2020 (giudizio confermato in Appello nel 2022 ed esecutivo dopo la pronuncia della Cassazione); ora anche il giudice del lavoro lo ha "graziato”, come ha fatto con la grande maggioranza dei suoi colleghi.

Chi non è stata reintegrata è invece la ex responsabile degli asili nido del Comune di Sanremo, Patrizia Lanzoni. La sezione lavoro della Suprema Corte di Cassazione ha affermato che “il licenziamento per motivi disciplinari emesso dall’ex segretario comunale Concetta Orlando, in carica al tempo del blitz delle Fiamme Gialle, era legittimo, poiché, per quanto nel processo penale sia intervenuta anche per lei l’assoluzione con formula piena, non sempre un’assoluzione decretata sul versante penale comporta l’automatico assorbimento di questa in sede civile”. Un precedente che a luglio scorso aveva messo sulle spine il “vigile in mutande”, anche se negli stessi giorni un’altra Corte aveva reintegrato l’ex archivista Maurizio Di Fazio.

Il reintegro, e il risarcimento cospicuo da versare a Muraglia, chiude in modo a dir poco sorprendente l’inchiesta “Stachanov” che otto anni fa tenne a lungo banco sui giornali e nelle televisioni. Tutti, o quasi, dipendenti modello e se il mostro in mutande era stato indicato come il simbolo dei “furbetti” adesso diventa l’icona di quelli che ce l’hanno fatta.

Se vuoi iscriverti al canale WhatsApp di Qn clicca qui