Mercoledì 16 Ottobre 2024
GIOVANNI ROSSI
Cronaca

Airbnb nel mirino degli albergatori

"Basta bugie, è concorrenza sleale". Federalberghi spara a zero sulla community che condivide case e stanze: dilaga l'evasione Airbnb: "Attacchi frustranti, siamo in regola" - di E. COMELLI

Airbnb (AFP)

Roma, 14 ottobre 2016 - "Basta bugie: la ‘condivisione’ è una favoletta". Federalberghi prende la mira e spara a zero su Airbnb, la community che sta rivoluzionando il mercato della ricettività in tutto il mondo. Italia compresa. L’associazione che rappresenta i 33.000 hotel italiani certifica il malumore degli esercenti: "Dati agosto: su Airbnb 222.786 strutture in offerta al pubblico. Erano 218 nel 2009. E l’incremento nei primi sei mesi del 2016 supera le 40.000 unità". Una crescita esponenziale al riparo da obblighi e regolamentazioni. "Concorrenza sleale", la definisce il presidente di Federalberghi e senatore di Forza Italia Bernabò Bocca, che denuncia: "Il sommerso nel turismo è giunto a livelli talmente di guardia da generare una minor sicurezza sociale e il dilagare dell’evasione fiscale e del lavoro in nero". Il monitoraggio commissionato da Federalberghi e firmato da Incipit Consulting attacca frontalmente Airbnb e i suoi affiliati: 1) "Non è vero che si tratta di forme integrative del reddito, ma di attività economiche a tutti gli effetti: il 57,7% degli annunci è pubblicato da persone che amministrano più alloggi, con i casi limite di insegne di comodo quali Bettina che gestisce 366 alloggi, Daniel (293) e Simona (260)". 2) "Non è vero che si tratta di attività occasionali: il 79,3% degli annunci si riferisce ad alloggi disponibili per oltre sei mesi l’anno". 3) "Non è vero che si condivide l’esperienza con il titolare: il 70,2% degli annunci si riferisce all’affitto di interi appartamenti in cui non abita nessuno". 4) "Non è vero che le nuove formule tendono a svilupparsi dove c’è carenza di offerta: gli alloggi sono concentrati soprattutto nelle grandi città e nelle principali località turistiche" dove è maggiore la presenza di esercizi e strutture ricettive ufficiali.

Guida la classifica Roma con 23.889 alloggi Airbnb, davanti a Milano (13.200), Firenze (6.715), Venezia (5.166) e Napoli con 3.040. Un fenomeno "da spavento", sintetizza Marco Michielli, presidente di Federalberghi Veneto. "Mercato inquinato – si arrabbia Giuseppe Roscioli, presidente di Federalberghi Roma –. Chiediamo che vengano definite nuove regole". Il dossier esemplifica: "A Barcellona chi vuole affittare l’appartamento per periodi brevi deve chiedere una licenza. Ad Amsterdam le attività non professionali possono ospitare al massimo 4 persone. A New York le locazioni inferiori a 30 giorni possono essere gestite solo da imprese ricettive. A Berlino la violazione delle regole sulle locazioni brevi comporta una sanzione di 100.000 euro. A Parigi anche gli affitti brevi sono soggetti a tassa di soggiorno". Auspica Bocca: «Il Piano strategico del turismo afferma a chiare lettere la necessità di definire un quadro normativo e regolamentare che contrasti e il fenomeno dell’abusivismo. Confidiamo che si passi presto dalle parole ai fatti e che un primo segnale venga nei prossimi giorni in Parlamento con l’esame delle proposte di legge sulla sharing economy e sugli home restaurant".