Venerdì 4 Ottobre 2024
GIOVANNI ROSSI
Cronaca

Agguato in strada. Fisioterapista uccisa con un colpo di fucile. Il suo ex si costituisce

Manuela Petrangeli, 50 anni, era appena uscita dalla clinica in cui lavorava. La telefonata al figlio e poi gli spari. Lui aveva precedenti per stalking.

Agguato in strada. Fisioterapista uccisa con un colpo di fucile. Il suo ex si costituisce

Agguato in strada. Fisioterapista uccisa con un colpo di fucile. Il suo ex si costituisce

Manuela Petrangeli, 50 anni, fisioterapista, mamma di un bambino di nove anni, lascia questo mondo – il suo mondo – in un pomeriggio romano di sole, rabbia e dolore. A toglierle la vita è l’ex compagno Gianluca Molinaro, 53 anni, operatore socio sanitario: le spara senza pietà con un fucile a canne mozze, vaga per la periferia e poi va a costituirsi dai carabinieri. L’ennesimo femminicidio – brutale e crudele – matura per strada, in via degli Orseolo, la traversa di via Portuense che la vittima imbocca ogni giorno per entrare e uscire da Villa Sandra – struttura riabilitativa accreditata col servizio sanitario nazionale – dove le sue capacità sono apprezzate da pazienti, colleghi e dirigenti. Aveva da poco firmato il contratto. "Era tranquilla", confidano i colleghi.

Finito il turno, poco prima delle 14, Manuela esce dalla clinica. Sta passeggiando con un’amica e collega verso il parcheggio, per andare a riprendere il bambino dai nonni, quando l’ex arriva a bordo di una Smart, apre il finestrino e spara: la colpisce al braccio. Lei corre via urlando, chiede aiuto e prova a ripararsi dietro una macchina. L’uomo la raggiunge, mira distintamente al petto, fa fuoco e fugge via. L’amica tenta di rianimarla. Invano. Distrutti i colleghi di Villa Sandra. Tutti ricordano "una persona bella e perbene, un’amica e una professionista". E definiscono un quadro di apparente normalità: "Mai ci aveva raccontato di liti o situazioni difficili". Da lacrime, al contrario, è il racconto degli ultimi istanti di vita. Manuela al telefono col figlio: "Amore, adesso mamma viene a prenderti", queste le ultime parole prima degli spari. Invece suonano le sirene. Subito la strada viene chiusa per consentire i rilievi, mentre la procura di Roma apre un fascicolo per omicidio volontario affidando le indagini alla pm Antonella Pandolfi del pool anti violenza coordinato dall’aggiunto Giuseppe Cascini.

La caccia all’uomo finisce prima di iniziare. Alle 15 l’assassino si consegna alla stazione carabinieri di Casalotti. E il merito – fatto clamoroso – è della ex precedente, Debora Notari. "L’ho convinto io – racconta la donna –. Mi ha telefonato poco dopo le 14. Ubriaco, biascicava: “Le ho sparato“. Ho pensato di essere finita in un incubo". Tanti pensieri trovano il giusto tono di voce: "Lui era in macchina a Selva Candida, voleva ammazzarsi. Ma io sapevo che non lo avrebbe mai fatto. A quel punto gli ho detto di andare dai carabinieri, che tutto si sarebbe risolto, che tanto lo avrebbero preso e che sarei andata a trovarlo con nostra figlia, anche se non lo pensavo. L’ho tenuto al telefono per tutto il tempo, fino a quando non è arrivato dai carabinieri e mi ha chiesto “Che ci faccio col fucile?“. Voleva portarselo dietro. Gli ho detto di lasciarlo in macchina e ho chiuso il telefono solo quando mi ha passato un carabiniere e ho capito che ce l’avevo fatta. Mi tremavano le gambe. “Potevo esserci io, lì“, ho pensato". Debora rivive la sua storia difficile: "Anche noi avevamo pessimi rapporti, lo denunciai per maltrattamenti. Quando nostra figlia andava alle elementari, mi picchiava e lo feci arrestare. Poi però, dopo un paio di mesi in carcere, aveva fatto dei percorsi".

Evidentemente non risolutivi anche se non emergono successive denunce, forse nella presunzione della futura vittima di tutelare la serenità del figlio avuto insieme. "Io sapevo che con questa donna si era lasciato ormai tre anni fa. Forse la famiglia di lei aveva sottovalutato il suo passato", ipotizza Debora pensando "a quella povera creatura" di nove anni "rimasta sola" e un po’ anche a sua figlia – per fortuna un po’ più grande e soprattutto con la mamma viva – "perché un conto è un padre str… che non paga gli alimenti, un altro un padre assassino".