Martedì 16 Luglio 2024
CLAUDIA MARIN
Cronaca

Agenzia delle Entrate È scontro con Salvini "Niente persecuzione, nel mirino gli evasori"

Il direttore Ruffini replica alle accuse del vicepremier: siamo con chi paga. Ma il leader leghista insiste sulla pace fiscale. E incassa l’ok di Forza Italia.

Agenzia delle Entrate  È scontro con Salvini  "Niente persecuzione,  nel mirino gli evasori"

Agenzia delle Entrate È scontro con Salvini "Niente persecuzione, nel mirino gli evasori"

di Claudia Marin

È un botta e risposta inedito, quello andato in scena ieri tra il direttore dell’Agenzia delle Entrate e il vicepremier Matteo Salvini. Tanto più che il numero uno del Fisco fa capo, almeno in termini di responsabilità politica e gestionale, al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, compagno di partito di Salvini. Il che, a conti fatti, finisce per creare una sorta di corto circuito politico-istituzionale anch’esso senza precedenti. Tanto che, non a caso, per tutta la giornata sono state calde le linee tra il dirigente dell’Erario, il viceministro Maurizio Leo e il dicastero di Via XX Settembre.

A innescare il duello a distanza ieri, mentre al Senato riprende la marcia la delega fiscale sommersa da centinaia di emendamenti delle opposizioni, le parole di Ruffini che, da un lato, ricorda come nel "2022 abbiamo recuperato nel complesso la cifra record di oltre 20 miliardi di evasione, il più importante risultato di sempre". E, dall’altro, incalza: "Combattere l’evasione fiscale non vuol dire perseguitare i contribuenti, ma è un atto di giustizia. Il nostro è un lavoro essenziale per il funzionamento di tutta la macchina pubblica perché se vogliamo garantire i diritti fondamentali della persona indicati e tutelati nella nostra Costituzione, servono risorse". Per concludere: "L’Agenzia è una amministrazione dello Stato, non un’entità belligerante".

Frasi e concetti che suonano per quello che sono: una difesa della struttura e del principio della lotta all’evasione, dopo il j’accuse del leader leghista sabato scorso, quando, insieme al rilancio su pace fiscale e condono fino a 30mila euro, ha detto: "Milioni di italiani da anni ostaggio delle Entrate". Il punto è che Salvini non deve avere gradito la puntualizzazione di Ruffini. E, a stretto giro, insiste: "Una pace fiscale per chi ha fatto le dichiarazioni ma non è riuscito a versarle tutte è un vantaggio per lo Stato che incassa una marea di miliardi da usare per stipendi e pensioni e significa una liberazione per 15 milioni di persone".

Per il vicepremier "ci sono ad oggi 15 milioni di italiani che hanno fatto la dichiarazione dei redditi, ma hanno un conto aperto con l’Agenzia delle Entrate. Non posso pensare che un terzo degli italiani siano persone che hanno avuto un problema con il fisco. Non ce l’hanno fatta a pagare tutto quello che dovevano. Dovrebbero essere aiutati, non condannati". Ma, a dimostrazione che nella maggioranza e nel governo la partita condono è tutt’altro che un ballon d’essai, si segnalano contrasti e condivisioni. Forza Italia apre: "Siamo sempre stati favorevoli a una pace fiscale e sono ben lieto che la Lega e Salvini scelgano di seguirci su questo piano", la posizione di Antonio Tajani. Mentre il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, arriva a evocare il condono, scatenando un mare di reazioni: "È una cosa che deve essere valutata e può essere fatta, dipende dai contenuti. Condono deve significare una valutazione su chi è in grado di pagare".

A spalleggiare Ruffini invece il viceministro Leo, che in passato è stato nel dipartimento legislativo dell’agenzia e che ora al Mef ha in mano il dossier sulla delega fiscale: "Si è detto che l’Agenzia delle Entrate, in alcuni casi, è stata aggressiva. In realtà non ha fatto altro che applicare norme di legge, complesse, difficili, spesso incomprensibili". Poi la promessa: "La lotta all’evasione la dobbiamo fare e la faremo nel modo più efficace possibile, ma con strumenti nuovi, con la tecnologia di cui disponiamo". Secca la stroncatura delle opposizioni. Per il Pd il piano di Salvini è un condono per gli evasori. Per il leader di Azione, Carlo Calenda, la proposta "è una balla": "Abbiamo approvato una delega in cui la pace fiscale non c’è. Questo Paese ha cento miliardi di evasione fiscale che vanno recuperati per abbassare le tasse".