Bologna, 16 dicembre 2024 – “Ingresso, soggiorno, pranzo, letto, cucina e water closet. È il risultato di accurate ricerche dimensione uomo”. Nel dicembre del 1984 è da pochi giorni uscito nelle sale il film ‘Il ragazzo di campagna’. In questa scena cult, Artemio è alla caccia di un monolocale e si imbatte in questa casa da 1,5 milioni di lire – 775 euro al mese considerando la conversione euro-lira attuale –. Nonostante siano passati quattro decenni, la situazione è più attuale che mai. Però, va fatta una premessa: trovare stanze sotto le Due Torri a prezzi a portata di tutti, a oggi è impossibile. Non solo a parole, anche nei fatti.
Come in una giungla
Lo slalom nella giungla degli affitti felsinei, tra cui l’annuncio choc di 600 euro al mese per 8 metri quadri – la goccia che ha fatto traboccare il vaso di un mercato immobiliare fuori controllo –, continua nelle residenze in via Sebastiano Serlio, riempite di stanze singole da 15 mq, affittate a prezzi tra i mille e i 1.300 euro al mese. All’interno della camera, una porta in legno; una scrivania grande quanto una mensola e un piccolo bagno; mentre piano cottura e frigorifero conquistano gli spazi della notte.
La zona universitaria
Qui è proibitivo trovare affitti a meno di 800 euro al mese per delle singole in aree come Porta Mascarella, rispettando il pensiero di ‘errata normalità’ che devasta la città e i suoi abitanti. In generale, tra gli annunci, sembra essere senza fine l’elenco di stanze grandi quasi 20 metri quadri, a prezzi che sfiorano i mille euro al mese. Tuttavia, se agli appartamenti appena presentati possiamo concedere la scusa di essere in parte ristrutturati, per altri monolocali affittati a prezzi tra i 650 e gli 800 euro al mese non si può dire lo stesso.
Canoni alle stelle
Nel frattempo, mentre le istituzioni chiedono “un Piano Casa che riequilibri la situazione”, i canoni di locazione sono aumentati in città del 5,3% nel 2024 con una crescita che si avvicina all’8% nelle zone ‘di pregio’, “segnale ulteriore di un mercato compresso che non riesce a generare nuova offerta in affitto – fa notare il terzo osservatorio sul mercato immobiliare redatto da Nomisma – e dai rendimenti lordi annui da affitto che toccano il 5%, un livello che a Bologna non si registrava da più di trent’anni”. E così, tra un proprietario che dà “la colpa ai rincari” e un altro che predilige i lavoratori perché “gli universitari fanno solo danni”, il caos, anche sociale, dettato dalla carenza di case, colpisce le famiglie e gli studenti, e in questo caso le giustificazioni non bastano.
I prezzi delle stanze
Ormai a Bologna, anche nelle vie limitrofe alla stazione, ad esempio in via Amendola, ci sono stanze che si sviluppano su un corridoio e con un divano apribile come letto, che si pagano quasi mille euro al mese. Altrimenti una mensilità di 700 euro per una fatiscente camera di 15 mq - risalente al ‘boom economico’ degli anni ’60, in via del Borgo di San Pietro - o di 750 euro per una stanza con arredamento vecchio in via dal Lino, “dedicata solo a studenti o lavoratori under-40”.
Lontano dal centro
Due storie simili, che rappresentano questo mercato spietato, le troviamo fuori le mura, in via Asiago e in via della Barca: oltre 1.200 euro al mese per monolocali da 25 mq con contratto transitorio di poco più di 1 anno. Più che case sembrano ostelli, vista la possibilità di aggiungere in così poco spazio ben tre letti singoli. E a proposito di luoghi ristretti, spacciate per “grandi occasioni” ci sono anche delle mansarde in centro, in affitto a mille euro al mese. Nonostante tutto questo marasma, però, alcuni una casa ce l’hanno e se la tengono stretta più che possono. Anche se più di uno studente in questo periodo lascerà il proprio alloggio o lascerà la città “perché l’affittuario vuole raddoppiare il prezzo della locazione” alla scadenza del contratto, probabilmente firmato durante il boom immobiliare del post-Covid, dove sono arrivati a Bologna numerosi ragazzi a prezzi intorno ai 300 euro al mese. Cifre che oggi sono solo un lontano ricordo.