Bologna, 24 marzo 2023 - Una proposta di legge, da promuovere a livello nazionale, "perché i Comuni possano mettere un tetto massimo agli affitti brevi". Da Bologna, il sindaco Matteo Lepore conferma una preoccupazione comune a colleghi di tante città italiane a forte vocazione turistica: "Il mercato degli affitti brevi ha ormai superato la soglia fisiologica, è diventato socialmente insostenibile. Servono regole chiare".
Sotto le Due Torri, trovare casa in affitto è ormai una mission impossible. Il boom del turismo, ripreso dopo la sosta forzata del Covid, ha convinto moltissimi proprietari a rivolgersi al mercato delle locazioni brevi, dominato dalle piattaforme digitali. Risultato: una drastica riduzione degli alloggi per residenti. E un’impennata dei canoni.
Sindaco Lepore, perché i Comuni non hanno fatto argine per tempo al fenomeno? "Perché i sindaci non hanno gli strumenti per affrontare il problema. Serve una legge a livello nazionale per colmare un vuoto normativo".
Che cosa è successo, in questi anni? "Il mercato degli affitti brevi, penetrato nelle città, è competitivo con i canoni concordati. E li sta minacciando".
Tradotto, rende di più. "Non c’è dubbio. Anche le leve, gli incentivi, i benefici fiscali, gli sconti Imu previsti per i canoni concordati non sono competitivi rispetto a ciò che può rendere un affitto breve".
A Venezia è già possibile, per legge, porre un tetto di 120 giorni agli affitti brevi. Chiedete lo stesso trattamento? "Non vedo perché ci debba essere una legge ad hoc solo per Venezia".
La città lagunare si sta spopolando. "Vero. E sapere che Venezia ha meno di 50mila residenti è uno choc. Ma se non vogliamo che altre città diventino come Venezia, dobbiamo porre regole chiare. A Bologna, per dire, abbiamo 50mila residenti solo nel centro storico. Ecco... vorrei evitare di perderli".
Il turismo, però, è un volano per l’economia delle città. "Non vogliamo impedire la condivisione di appartamenti sulle piattaforme, che offrono un servizio alternativo agli alberghi. Ma si è andati oltre la soglia fisiologica sopportabile per una città. È necessario regolare soprattutto l’attività di chi, con decine o centinaia di appartamenti, fa investimenti di carattere puramente speculativo".
Chi ha elaborato la proposta di legge? "Un gruppo di studiosi, urbanisti e architetti, giuristi, chiamato ‘Alta tensione abitativa’. La settimana scorsa, la vicesindaca Emily Clancy ha partecipato a Venezia a una riunione. Quando il 5 aprile presenteremo il Piano abitativo per Bologna rilanceremo l’iniziativa della proposta di legge".
In sintesi, in cosa consiste? "Chiediamo di potere avere uno strumento concreto per limitare la diffusione incontrollata delle locazioni brevi, sulla base di un regime di autorizzazione delle locazioni brevi. Bisogna porre un freno all’attuale mercato liberalizzato".
Anche le autorizzazioni avranno un limite? "Si pensa a una durata limitata adeguata, un limite di cinque anni. Che consente al proprietario di rientrare di una buona parte dell’investimento, ma assicura anche un ricambio frequente. L’obiettivo è salvaguardare le locazioni residenziali di lungo periodo. Chiediamo anche una certa autonomia nella concreta individuazione delle limitazioni, eventualmente anche differenziandole per zone".
Insomma, è guerra aperta con le piattaforme. "No. Vogliamo solo rendere virtuoso l’utilizzo delle piattaforma digitali. Perché non sia nocivo per la coesione sociale".