Giovedì 23 Gennaio 2025
LAURA GUERRA
Cronaca

Adottata 20 anni fa, ritrova la madre sui social. Alisia: “Il giorno più bello”

La ragazza vive a Faenza: “Lei è in Ecuador, una videochiamata da brividi”. In Italia si possono conoscere i genitori biologici dopo aver compiuto 18 anni. “Ci vedremo entro febbraio. In una foto ho visto il volto di mio padre, l’ho cercato sul web e ho scoperto che anche lui mi stava cercando”

Alisia, ragazza di Faenza, ha ritrovato la madre biologica

Alisia, ragazza di Faenza, ha ritrovato la madre biologica

Faenza (Ravenna), 23 gennaio 2025 – Tanti cittadini italiani, come Alisia, cercano le proprie radici, volendo conoscere i genitori biologici. Ma come funziona legalmente l’accesso alle proprie origini? L’ordinamento italiano riconosce un diritto di accesso alle proprie origini, disciplinato sia dalle normative internazionali che nazionali. La legge 149 del 2001, modificando la 184 del 1983, ha riconosciuto all’adottato, al compimento del 25° anno d’età (ma anche dalla maggiore età, se sussistono gravi e comprovati motivi attinenti alla sua salute psico-fisica), la possibilità di accedere a informazioni che riguardano la sua origine e l’identità dei genitori biologici. La legge del 2001, seppur aderendo a obblighi derivanti dalla Convenzione dell’Onu sui diritti del fanciullo (1989) e dalla Convenzione dell’Aja sull’adozione internazionale (1993), non consentiva l’accesso alle informazioni se l’adottato non fosse stato riconosciuto alla nascita dalla madre naturale, facendo prevalere il diritto di anonimato della stessa. Negli ultimi anni il diritto dell’adottato si è espanso, modificando la giurisprudenza in tema di parto in anonimato.

La crisi delle adozioni
La crisi delle adozioni

Dopo 20 anni, Alisia, una ragazza di Faenza di 23 anni, è riuscita a ritrovare la madre biologica grazie anche all’uso dei social che questa volta, invece di isolare le persone, sono riusciti a riunirle anche se in mezzo c’è un Oceano. La madre, infatti, era davvero dall’altro capo del mondo, in Ecuador ma sempre alla ricerca delle sue due bimbe che le erano state tolte dal Tribunale dei Minori di Bologna e poi date in adozione quando, dopo essere stata in una struttura di aiuto a Roma e poi spostata a Bologna, la donna si era infine trovata a Cento, nel Ferrarese.

Alisia, ci racconta la sua storia?

"Cercavo mia madre biologica da quando ero piccola. Ho sempre saputo di essere stata adottata e sempre fatto domande a mia madre adottiva. Anche sui social ho sempre provato a cercare più informazioni possibili partendo da ciò che sapevo. Ho anche contattato la comunità dov’eravamo state affidate io e mia sorella più piccola per cercare di sapere più cose. Qualche giorno fa, su un social ho visto nuovamente delle famiglie che riuscivano a riunirsi e mi sono chiesta perché io non riuscissi a ritrovare la mia”.

Dunque ha provato a scrivere nuovamente sui social?

“Si, ho scritto un appello in una pagina dove vedevo che tanta gente riusciva a incontrarsi di nuovo, mettendo i miei dati. Lì ho trovato un appello che fece mia madre anni fa. Lei alla fine ha visto il mio annuncio e mi ha trovata: alle 5 del mattino mi sono svegliata con il suono di Messenger, erano i suoi messaggi”.

Sensazioni?

“È stato il giorno più bello della mia vita”.

Cosa vi siete dette?

“Mi ha mandato tante foto di me da piccola, scrivendo che mi stava cercando. Ero davvero io. Piangevamo entrambe, eravamo sotto choc. È come un sogno diventato realtà. Mi ha parlato un po’ della sua vita, con l’affanno quasi, di raccontarmi tutto. Mi voleva dire soprattutto che non mi ha mai abbandonata, diceva che non era stata colpa sua e che aveva fatto di tutto”.

Cioè?

“Mi sta ancora raccontando cosa è successo. Da ciò che mi sta dicendo ci sono state cose forse poco chiare. Non sarebbe così chiaro il motivo per cui io e mia sorella siamo state portate via. Lei ha sofferto molto”.

Qual è l’ultimo ricordo che aveva di sua madre?

“Di lei avevo negli occhi solo un immagine: una donna con le meches rosse, incinta e io a tre anni su un tappetino con i giochi”.

Com’è stata la sua infanzia?

“Bella, ho avuto tutto. Ma anche mia madre adottiva mi ha sempre detto che ho vissuto la sofferenza di essere stata abbandonata, che l’ho sempre sentita”.

Avete già programmato di vedervi?

“Sì, entro febbraio. Con lei poi ho ritrovato in Polonia anche mio padre che mi stava cercando, ho saputo di avere due fratellastri. È stato bellissimo vederci in videochiamata ed entro febbraio li incontrerò in Italia. E sto scoprendo di avere tanti parenti. Ogni volta che mi arrivano i loro messaggi non mi sembra ancora vero… Ora posso dare volti e voci a persone che avevo sempre solo potuto immaginare”.

È più la gioia di averli trovati o la rabbia per la separazione?

“Cerco di non pensare troppo ai vent’anni persi perché abbiamo ancora tanti anni davanti. Cerco sempre di vedere il bello delle cose. Certo, ho avuto paura di trovare persone chiuse dal dolore ma sono l’opposto e non potevo sperare di meglio. Sì, ho tanta sofferenza dentro per la separazione, per gli anni in cui non ho potuto vivere coi miei genitori. Ho avuto qualche momento buio, ma anche a mia madre biologica sto cercando di dire che ora dobbiamo pensare solo alla gioia di esserci ritrovate. Capisco il suo dolore, io una madre l’ho avuta mentre lei le figlie no. Ma le dico ‘sono qui’ e lei sorride”.