Giovedì 21 Novembre 2024
ALESSANDRO MALPELO
Cronaca

Addio mascherine in ospedale? I virologi avvertono: salvano migliaia di vite

In corsia 200 morti al giorno per infezioni e batteri. Presto la decisione del ministero della Salute. Da maggio verrà eliminato l’obbligo, ma non in tutti i reparti

Roma, 21 aprile 2023 – Liberiamoci dall’assillo del coronavirus, ma facciamo tesoro degli insegnamenti che in un modo o nell’altro abbiamo appreso. Le mascherine per coprire naso e bocca sono e restano fondamentali per rallentare la velocità di trasmissione dei virus.

Durante la prima ondata di Covid l'infermiera Alessia Bonari mostrava i segni della mascherina sul volto
Durante la prima ondata di Covid l'infermiera Alessia Bonari mostrava i segni della mascherina sul volto

Medici di famiglia, infettivologi e geriatri sono d’accordo sull’orientamento annunciato dal ministro della salute, Orazio Schillaci: bene mantenere certe cautele, anche ora che vengono meno una serie di obblighi di carattere generale. "Esistono luoghi dove persiste un elevato rischio di contagio da Covid – sottolinea Claudio Cricelli, presidente della Società italiana di medicina generale – questo vale in particolare per le persone anziane e vulnerabili, nei luoghi di degenza e nelle strutture residenziali, altrove tale rigore avrebbe poco senso". Bene dunque mantenere restrizioni laddove si concentrano persone a più alto rischio, e chi ritiene utile continuare a indossare una mascherina protettiva nei luoghi sovraffollati, come nei mezzi pubblici, deve essere rispettato.

Tubercolosi, influenza, meningite, infezioni tropicali e da parassiti hanno rialzato la testa, e sono migliaia ogni giorno i casi di infezioni da germi resistenti agli antibiotici da trattare, i più vulnerabili sono i pazienti con minori difese immunitarie, trapiantati, diabetici, onco-ematologici. Pochi sanno che nel 2019 si sono avuti 11mila decessi in Italia dovuti a batteri killer. E il bilancio degli esiti infausti per cause infettive, come le famigerate polmoniti che possono colpire soggetti immunodepressi, già in cura per leucemie, linfomi, mieloma, tumori solidi o diabete, è anche più diffuso. Ogni 24 ore, ha ricordato Walter Ricciardi, presidente dell’Osservatorio nazionale sull’antimicrobico resistenza, muoiono nei nostri ospedali in media 200 persone che, indeboliti da più patologie, sono colpiti anche da una sepsi-infezione ospedaliera che risulta resistente alle terapie, con un impatto economico pari a 13 miliardi di euro.

Lorenzo Palleschi, presidente eletto dei geriatri Sigot, riconosce che nell’infezione da Sars-Cov2 le complicanze gravi sono ormai rare, grazie anche alle vaccinazioni, ma occorre continuare a proteggere le persone con deficit immunitario, quelli sottoposti a cure oncologiche, i malati con insufficienza renale, cardiaca respiratoria, che all’interno delle unità di geriatria sono numerosi.

Improntata alla cautela anche Roberta Siliquini, presidente della Società italiana di igiene: "Le mascherine al letto del paziente – commenta l’igienista – dovrebbero sempre essere indossate, indipendentemente dalla diffusione del virus Sars-Cov2, poiché le infezioni correlate all’assistenza si trasmettono anche per via aerea".

Ultima, non meno importante, la voce degli infettivologi. "Le mascherine hanno avuto un ruolo cruciale soprattutto nei primi due anni di pandemia – commenta Marco Falcone, segretario generale Simit – si tratta di uno strumento molto efficiente con un ottimo rapporto qualità-prezzo. L’indice di tramissione Rt infatti si è mantenuto basso in rapporto all’uso sistematico delle mascherine". Oggi, secondo lo specialista, il quadro epidemiologico è cambiato, la popolazione ha sviluppato una immunità naturale, continuano a prevalere varianti poco virulente. "Viene meno la necessità estendere l’obbligo delle mascherine – avverte il professor Falcone, che è primario di infettivologia a Pisa – tuttavia nei soggetti anziani, immunodepressi, la protezione è utile indipendentemente dal Covid".

Comunque vada, stiamo uscendo dalla dimensione coercitiva della pandemia: "Naturalmente – afferma da parte sua Matteo Bassetti, presidente della Società italiana di terapia antinfettiva – continuerò a indossare la mascherina in ospedale se entro nella stanza di un immunodepresso o se sono a contatto con una persona potenzialmente infetta, così come facevo anche prima dell’obbligo di mascherine introdotto nel 2020 per frenare la diffusione del Sars-Cov2. E chiederò di farlo anche a chi lavora con me, e ai familiari che intendono andare a trovare questi pazienti".