di Gabriele Moroni
Se n’è andato il "barbaro sognante". Una vita per la politica. La politica nella vita. Una vita nella Lega. "Un inguaribile ottimista", l’hanno definito i familiari. Roberto Maroni nasce a Varese il 15 marzo 1955. Studi al liceo classico Ernesto Cairoli. La laurea in giurisprudenza. In mezzo una esperienza come conduttore di una radio libera. Nel 1979 l’incontro con Umberto Bossi. Per il riservato Maroni è una rivelazione, una svolta esistenziale. Il 12 aprile 1984 è la data ufficiale della nascita della Lega Autonomista Lombarda, nello studio di un notaio di Varese. Maroni si occupa dell’organizzazione sul territorio. Nel 1985 è eletto consigliere comunale a Varese. Per tutti è già Bobo. Nel 1989 è tra i fondatori della Lega Nord.
Il 1992 è una data importante e non solo perché Maroni entra per la prima volta alla Camera. Si vota per le amministrative. Dalla sede del Carroccio di piazza del Podestà, a Varese, il silenzioso Maroni dirige le operazioni. La Lega conquista il 45 per cento dei voti e con Varese la prima città capoluogo di provincia del Nord. Il 16 gennaio 1993 è proclamato sindaco Raimondo Fassa. Il 1994 è un anno storico per la politica repubblicana. Ministro dell’Interno per otto mesi nel primo governo Berlusconi, Maroni è il primo inquilino del Viminale che non sia stato espresso dalla Democrazia cristiana. Ricoprirà la stessa carica nel governo Berlusconi IV (2008-2011), che varerà il Decreto sicurezza.
Ancora al fianco di Bossi quando il Senatùr, il 15 settembre 1996, a Venezia, proclama l’indipendenza della Padania. Tre giorni dopo si registrano quelli passati alla storia come i "fatti di via Bellerio". Guido Papalia, procuratore della Repubblica di Verona, ha avviato le indagini sulla Guardia Nazionale Padana. La polizia fa irruzione in via Bellerio, a Milano, cuore del Carroccio. Dirigenti e militanti si oppongono, fra loro Maroni, portato in barella in ospedale.
Prosegue la carriera del Maroni ministeriale e parlamentare. Dal 2001 al 2006 è il titolare del dicastero del Lavoro e delle Politiche sociali. Ancora deputato dal 2006 al 2008. Nella Lega si consuma il suo distacco da Bossi. È l’epoca del "barbari sognanti" di Bobo in contrapposizione al "cerchio magico" stretto attorno al capo. Il caso del tesoriere Belsito squassa la Lega, provoca quella che entrerà negli annali come la "notte delle scope", a Bergamo, e le dimissioni di Bossi. Il 1° luglio 2012, al Forum di Assago, Maroni viene eletto a maggioranza segretario della Lega Nord. Nel simbolo scompare il nome "Bossi", sostituito da "Padania". Il 2 settembre 2013 Maroni annuncia le dimissioni per potersi dedicare alla carica di governatore della Regione Lombardia. L’8 gennaio 2018 rende pubblica la sua volontà di non ripresentarsi alle elezioni regionali fissate per il 4 marzo e lancia la cintura dell’altro varesino, Attilio Fontana.
La collaborazione con un quotidiano e un blog, nella quiete della sua casa di Lozza, da dove parte un giorno per attraversare l’Atlantico in barca a vela, con cinque amici. L’organo Hammond suonato nel gruppo musicale Distretto 51. Il tifo per il Milan. Nel settembre del 2020 annuncia la sua candidatura a sindaco di Varese in vista delle elezioni comunali del 2021. Il 6 giugno 2021 si ritira. In gennaio è caduto in casa, un malore provocato dal tumore che l’ha aggredito al cervello.
Un rapporto di padre e figlio, un affetto mai incrinato dai dissensi politici. È stato il figlio Renzo a portare la notizia della scomparsa di Bobo a Umberto Bossi, ricoverato da sabato all’ospedale di Circolo di Varese. Operato per un’ulcera gastrica, il fondatore della Lega è uscito dalla terapia intensiva.