Roma, 22 luglio 2017 - La siccità di quest'estate torrida causa seri problemi a Roma: scoppia la 'guerra dell'acqua' tra Acea e Regione Lazio, e presto i cittadini potrebbero vedersi l'acqua razionata. Alla decisione, presa dal governatore Zingaretti, di sospendere il prelievo dal lago di Bracciano (FOTO) per tutelarne l'integrità ecologica, l'azienda ha annunciato "gravi conseguenze" per i cittadini, con turni per l'acqua che riguarderanno "un milione e mezzo di romani". Dal canto suo il presidente della Regione lancia l'allarme: "E' una tragedia - dice - sta finendo l'acqua a Roma". Interviene anche la sindaca della Capitale, Virginia Raggi: "Regione e Acea trovino quanto prima una soluzione condivisa. Va fatto quanto necessario per aiutare e tutelare oltre un milione di romani". Intanto il ministro dell'Ambiente Gianluca Galletti sottolinea che "c'è da scongiurare innanzitutto un danno ambientale per il lago (di Bracciano, ndr) e allo stesso tempo evitare un disagio forte a migliaia di cittadini romani". E afferma: "Il passaggio per il Lazio a una condizione di severità idrica alta - continua - permette di attivare sia le procedure a sostegno del settore agricolo che la concessione eventuale dello stato di emergenza da parte della Protezione Civile, su richiesta regionale".
L'Acea, multiservizi che gestisce l'acqua nella capitale, si è detta costretta a prendere decisioni drastiche dopo l'ordinanza adottata dalla Regione Lazio che dal 28 luglio sospende la captazione dal lago di Bracciano. La Regione vuole consentire il ripristino del livello naturale delle acque del lago e della loro qualità, ma nel braccio di ferro l'Acea "prende atto e si adegua" ma ma denuncia che è costretta a "mettere in atto una rigida turnazione nella fornitura per circa 1.500.000 romani". "Una decisione unilaterale e illegittima", si legge in una nota della Capitale. Che si impegna "sin d'ora a elaborare un piano dettagliato di emergenza che, non appena pronto, sarà messo a disposizione e comunicato capillarmente alla cittadinanza".
L'assessore regionale alle Infrastrutture, Fabio Refrigeri, ha anche scritto una lettera indirizzata alla città metropolitana di Roma Capitale, perché disponga quanto necessario per intimare, sempre entro il 28 luglio, lo stop ai restanti impianti e dispositivi di captazione, pubblici e privati, che insistono sul lago di Bracciano.
"Un atto fondamentale quello adottato dal Presidente Zingaretti e dall'assessore Refrigeri - ha commentato il deputato Pd Emiliano Minnucci - che mette fine all'azione arrogante e speculativa perpetrata da Acea Ato2 in questi mesi che, malgrado le sollecitazioni avanzate da più parte e su più livelli, non ha ritenuto necessario considerare soluzioni alternative al fine di evitare il deterioramento del bacino". Una decisione che per il parlamentare dem "segna la vittoria di cittadini, tecnici e della buona politica che, come in questo caso, è scesa in campo per salvaguardare un bene naturalistico come il lago di Bracciano".
"Rischio di una catastrofe ambientale"
SOS DI ZINGARETTI - "Purtroppo è una tragedia. Il livello del lago di Bracciano si è abbassato con il rischio di catastrofe ambientale fino a questo evento. Abbiamo tempo 7 giorni per trovare tutte le possibilità al fine di limitare al massimo il disagio per i cittadini, ma è sbagliato chiudere gli occhi. Il problema c'è ed è grave. Sta finendo l'acqua a Roma", ha detto il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, a Tgcom24. Una scelta, quella di fermare il preliego dal lago, scaturita da diversi elementi, a cominciare dal consolidarsi delle condizioni di deperimento del lago e, quindi, per determinare l'avvio di un'azione di salvaguardia relativa agli aspetti ambientali-naturalistici del bacino, con l'obiettivo di recuperare per quanto possibile la sua naturale integrità ecologica. Il decremento negativo del lago è dovuto essenzialmente a due fattori: al prelievo per l'approvvigionamento idropotabile e all'evaporazione, particolarmente intensa in relazione alle alte temperature, e aggravata dalla perdurante assenza di precipitazioni nei mesi scorsi. "Basta andare con una fotocamera a Bracciano per capire che sta accadendo l'inimmaginabile - aggiunge Zingaretti a Tgcom24 - Far uscire l'acqua dai rubinetti è un diritto ma dobbiamo fare i conti con un problema enorme che è la siccità. Mi piacerebbe invitare qui Donald Trump per fargli capire cosa significa non rispettare gli accordi sul clima".
"La più grave emergenza idrica dell'Italia centrale"
IL PUNTO DI GALLETTI - "Il lago di Bracciano si trova nella più grave emergenza idrica registrata nell'Italia centrale, in un quadro italiano in cui sono molte le situazioni difficili dovute alla siccità - afferma Galletti -. È una situazione che monitoriamo da tempo attraverso l'Osservatorio permanente che proprio nell'ultima riunione ha deciso il passaggio per il Lazio a una condizione di severità idrica alta: ciò permette di attivare sia le procedure a sostegno del settore agricolo che la concessione eventuale dello stato di emergenza da parte della Protezione Civile, su richiesta regionale. In tutta Italia il nostro coordinamento in questa azione di monitoraggio ha evitato guai peggiori nelle situazioni più critiche". E ancora: "Credo che la condivisione delle scelte sia l'unico modo per affrontare il problema: per questo si riunirà giovedì l'Osservatorio permanente sull'Appennino Centrale, in cui da mesi lavorano anche Regione Lazio e Acea, con un focus specifico sul lago di Bracciano - dice ancora Galletti -. La riforma della governance dell'acqua ci ha dotato un anno fa dello strumento degli Osservatori permanenti sugli usi idrici, luogo prezioso di confronto delle scelte tra tutti i soggetti interessati che da mesi condivide soluzioni anche per Bracciano e la Capitale: tra queste anche una prima riduzione dell'emungimento dal lago, il lavoro sulle portate rilasciate dall'invaso del Pertuso a sostegno dell'idropotabile, quello assolutamente necessario sui prelievi occulti e sulle perdite di rete, che raccontano un deficit strutturale cronico. Ho chiesto inoltre a Ispra - conclude Galletti - di andare sul posto per un'attenta valutazione tecnica sulle condizioni del lago".
COLDIRETTI - A fare il quadro della situazione di siccità nella Capitale e dello stato di sofferenza del lago di Bracciano è la Coldiretti, che parla di crisi idrica di portata storia. Roma, spiega l'associazione, è a secco perché nella provincia le precipitazioni sono risultate in calo del 72% a luglio nella prima decade dopo che la riduzione era stata del 74% a giugno, del 56% a maggio come ad aprile, mentre a marzo il calo è stato del 56%, a febbraio del 37% e a gennaio del 34%. La situazione - sottolinea la Coldiretti - è critica in tutto il Lazio dove nella prima decade di luglio il calo delle precipitazioni è stato del 65% dopo che a giugno era caduta il 70% di pioggia in meno ma particolarmente secchi sono stati tutti i mesi del 2017. Un calo che ha provocato danni nelle campagne, spiega la Coldiretti, per 100 milioni di euro.
MARTINA - "Per quel che riguarda la tutela dell'agricoltura sui nostri territori stiamo cercando di intervenire", ha dichiarato il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina. "Questa settimana è stato approvato un emendamento al decreto sud per consentire gli indennizzi col fondo di solidarietà anche in emergenza siccità - ha detto -. Stiamo lavorando a questo piano straordinario di interventi anche sul sistema idrico. Sono tutti passi fondamentali. Ragioniamo sia nell'ottica del breve periodo sull'emergenza, sia nell'ottica del medio lungo periodo con interventi sulle infrastrutture. È un tema che dovremo mettere al centro della nostra attenzione di qui ai prossimi anni perché è un cambio radicale di modello che fa i conti con i cambiamenti climatici".