Martedì 24 Dicembre 2024
CHIARA
Cronaca

Achille Lauro, il furbetto all’italiana

Chiara

Di Clemente

Quattrodicesimo nella classifica finale dell’ultimo Festival di Sanremo, Achille Lauro ha strappato il suo biglietto per l’Eurovision Song Contest (a maggio a Torino) grazie alla vittoria del concorso felicemente trash sabato sera a San Marino. Un trionfo furbetto e annunciato, escluso in questa scorciatoia che – tra uno Scanu e un Basti Schmidt in body scosciatissimo e tacco 12 – lui perdesse: Lauro era stato espressamente invitato dagli organizzatori e si sa, quando si muove Lauro non si muove solo un cantante tal dei tali ma un sedicente intero progetto artistico concettuale, mica pizza e fichi. Poco importa che poi l’atto monumentale si traduca in brani tipo Domenica (Sanremo) o il nuovo Stripper, che è meglio di Domenica ma non ci voleva granché. A firmare Stripper ci sono più autori di quante parole ci siano nella canzone, e le parole sono slogan che citano Depeche Mode, Clash, Britney, la Caselli. È un inno rock alla fluidità, Lauro il macho truccatissimo, mimando baci con gli amici della band, canta: "mi metto la gonna più corta che ho e vado fuori". In sintesi: un Damiano dei Maneskin con molta meno credibilità, e soprattutto con un anno di ritardo. L’altro pensoso profondo plus artistico (pro fan agée) è la seminudità garantita in scena dal titolo, per quanto è piuttosto accertato che Lauro canterebbe seminudo pure una canzone intitolata Scafandro. L’Italia è chiamata – poiché lo permette il regolamento – a televotarlo in massa. Basterà chiudere gli occhi e ricordarlo quando era un tamarro in Rolls Royce. Strafottente come sempre, ma almeno autentico.