Un’inchiesta nata dopo la denuncia delle mamme. Una storia torbida, durata mesi, culminata nell’aggressione di una insegnante di sostegno di 40 anni, che ieri è stata arrestata con l’accusa di maltrattamenti, violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne. Ora quelle stesse mamme del ‘comitato Scanzano’ (frazione del Comune di Castellammare di Stabia), che furono accusate di essere violente per aver bastonato la docente, esultano: "Avevamo ragione, ci presero per pazze, ci cacciarono anche dalla recita di Natale. Ora ci dovrebbero delle scuse".
Tutto ha un’accelerazione il 14 novembre, con l’aggressione di V. S., insegnante in servizio dal 2023 presso la scuola media "Catello Salvati" di Castellammare, nel rione Scanzano, quartiere ad alto tasso criminale. A guidare il pestaggio sono i familiari di alcuni alunni fragili. All’inizio si pensa a una vendetta contro la docente troppo severa nei confronti di alcuni studenti che fumavano, sospesi dalle lezioni.
Ma non è così. Le "mamme di Scanzano" con un post su Facebook ("L’urlo di una mamma") puntano il dito contro la prof di sostegno accusata di comportamenti inappropriati verso sei minori tra gli 11 e i 13 anni, una esplicita accusa di pedofilia. I carabinieri e i magistrati della procura di Torre Annunziata ascoltano i ragazzini in modalità protetta, poi esaminano le chat e i post scambiati.
Emerge che l’insegnante, a partire da ottobre del 2023, li avrebbe sottoposto a reiterate "lezioni" a sfondo sessuale portandoli durante l’orario scolastico, con la scusa di ripetizioni private, in un’aula appartata di informatica (da lei definita la "saletta"), dove avrebbe mostrato film porno, invogliandoli a scambiarsi effusioni sessuali e baci, arrivando anche ad abusare di uno di loro. Accuse pesanti e terribili.
Chiusa la "saletta", luogo fisico, la prof ne avrebbe creato uno virtuale, attivando un gruppo su instagram chiamato appunto "La saletta" nel quale gran parte dei post scambiati alludono al sesso. A chi si ribella o intende lasciare la ‘Saletta’, la docente risponde minacciandolo di bocciatura o addirittura di far arrestare i genitori con false accuse di abbandoni e maltrattamenti familiari. Uno alla fine riesce a sottrarsi ai ricatti e racconta tutto. Nasce così il post delle ‘mamme di Scanzano’ in cui le donne chiedono l’allontanamento della docente. Non ottengono risposte dalle autorità scolastiche, anzi vengono ritenute "bugiarde". A questo punto passano a vie di fatto, ferendo la donna e il padre arrivato in suo soccorso. "Abbiamo sbagliato, ma eravamo disperate", dice Teresa Manzi, la mamma che scrisse il post diventato virale.
Ora la prof è nel carcere di Benevento. "Era schiava dei suoi impulsi sessuali", scrive il gip che ha ritenuto gli arresti domiciliari insufficienti perché non avrebbero impedito all’indagata, descritta come predatrice seriale, di utilizzare smartphone e pc."Abbiamo chiesto aiuto, la scuola non ci ha ascoltato – sostiene una delle mamme di Scanzano –. Sembrava più importante difendere l’insegnante che proteggere i bambini". Una valutazione analoga a quella del procuratore di Torre Annunziata, Nunzio Fragliasso: "Come è possibile, dal punto di vista didattico, che alla professoressa sia stata affidata per lungo tempo una pluralità di alunni e non solo quello di cui si doveva occupare come insegnante di sostegno? Faremo approfondimenti".