Pescara, 1 settembre 2023 – In Abruzzo è stata uccisa a fucilate l'orsa Amarena, l'animale diventato celebre per le sue incursioni nei centri abitati insieme ai suoi cuccioli. Il plantigrade è stato ammazzato a San Benedetto dei Marsi (L’Aquila), fuori da Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, da un 56enne del posto. A diffondere la notizia è stato lo stesso ente sulla sua pagina Facebook.
“Sul posto sono prontamente intervenute le Guardie del Parco vista l'area in cui Amarena era scesa con i suoi cuccioli – denuncia il Parco –. È intervenuto il veterinario del Parco che, però, non ha potuto fare altro che accertare la morte dell'orso vista la gravità della ferita”. L'uomo è stato identificato dai Guardiaparco e poi sottoposto ai rilievi dei carabinieri.
Secondo quanto si apprende, il 56enne si sarebbe giustificato dicendo: “Ho sparato per paura ma non volevo uccidere, l'ho trovata dentro la mia proprietà è stato un atto impulsivo, istintivo”. L’uomo è stato denunciato a piede libero per uccisione di animale e con l'aggravante della morte di un orso, specie contemplata di recente dall'ordinamento giuridico.
Minacce sui social
I social si sono scatenati e al 56enne sono state recapitate minacce di morte e commenti al vetriolo, tanto da rendere necessaria la vigilanza armata fuori dalla sua villa a San Benedetto dei Marsi. Subito dopo la sua identificazione, alcune piattaforme social hanno pubblicato la foto e le generalità complete del denunciato. Di qui la scelta da parte dell'Autorità giudiziaria di Avezzano (L'Aquila) che sta indagando sull'accaduto, di far istituire una vigilanza permanente armata fuori il cancello della villa del 56enne dove si è verificato l'abbattimento del plantigrado.
La denuncia del Parco
"L'episodio è un fatto gravissimo, che arreca un danno enorme alla popolazione che conta una sessantina di esemplari, colpendo una delle femmine più prolifiche della storia del Parco – denuncia lo stesso ente, che posta anche la foto dell'animale morto – . Ovviamente non esistono motivazioni di nessuna ragione per giustificare l’episodio visto che Amarena, pur arrecando danni ad attività agricole e zootecniche, sempre e comunque indennizzati dal Parco anche fuori dai confini dell’Area Contigua, non aveva mai creato alcun tipo di problema all’uomo". Il parco fa anche fatto sapere che il suo personale è impegnato nella ricerca dei due cuccioli per valutare il da farsi.
Le reazioni
E di “atto gravissimo nei confronti dell'intera Regione” parla anche il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. “Un atto che lascia dolore e rabbia per un gesto incomprensibile”, afferma il governatore, sottolineando come “in tutti questi anni le comunità fuori e dentro ai parchi hanno sempre dimostrato di saper convivere con gli orsi senza mai interferire con le loro abitudini”. “Mai un orso ha rappresentato in Abruzzo un qualunque pericolo per l'uomo, neanche quando si è trovato a frequentare i centri abitati. L'atto violento compiuto nei confronti del plantigrado non ha alcuna giustificazione”, aggiunge Marsilio confidando che “la giustizia faccia il suo corso”. “Sono pronto a costituire la Regione come parte civile contro questo delinquente per tutelare l'immagine e l'onorabilità della nostra gente”, conclude.
La morte di Amarena ha scosso particolarmente la comunità di Villalago che negli anni è stata modello di accoglienza per l'orsa e i suoi cuccioli come ricorda l'amministrazione comunale. “La comunità di Villalago ti aveva accolto e protetto, te ed i tuoi cuccioli, potendo con rispetto ammirare lo spettacolo della natura”, scrivono dal Comune condannando l’atto.
Annuncia una denuncia da parte della Lega Italiana Difesa Animali e Ambiente, invece, la sua presidente e parlamentare Michela Brambilla. “È un crimine orribile, ripugnante, sconvolgente, non solo perché è costato la vita a un animale simbolo, di una sottospecie strettamente protetta da cent'anni e sempre in pericolo d'estinzione, ma perché Amarena era popolare e accettata dalla grande maggioranza della popolazione, anche quando faceva ‘passeggiate’ per le strade dei paesi, e soprattutto perché era una mamma”, dice la deputata di Forza Italia. Intanto anche il Wwf intende costituirsi parte civile, mentre dall'Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) all’Enpa condannano l’uccisione dell’animale.
I precedenti
Dal 2010 ad oggi 15 orsi sono stati uccisi nel centro Italia di cui 3 nel territorio dei parchi del centro Abruzzo. Gli esemplari, negli anni, sono stati uccisi principalmente da bocconi avvelenati, malattie trasmesse dal bestiame allevato, bracconaggio e da altre cause che ancora oggi restano sconosciute. La stessa sorte di Amarena è toccata il 12 settembre 2014 a un altro orso bruno marsicano nel territorio comunale di Pettorano sul Gizio. L'autore dell'episodio è stato condannato nel 2021 dalla Corte di Cassazione al pagamento delle statuzioni civili.
Il destino di mamma Amarena si incrocia con quello del piccolo Juan Carrito, star dei social e simbolo dell'Abruzzo, investito e ucciso lo scorso gennaio sulla statale 17 nel territorio comunale di Castel Di Sangro.