"Quest’anno la scuola finirà nella prima metà di giugno, come se nulla fosse successo. Capisco le difficoltà organizzative, ma trovo assurdo che nemmeno se ne parli".
E allora parliamone. Perché l’autore di questo tweet, l’economista Carlo Cottarelli, che ha contribuito alle novità del decreto Semplificazioni in uscita, per questo post è stato molto criticato, anche da diversi docenti.
Professor Cottarelli, la scuola dovrebbe protrarsi anche nei mesi estivi?
"Visto che la didattica a distanza non equivale alla didattica in presenza e, voglio sottolinearlo, non per demerito degli insegnanti, credo che sarebbe stato opportuno aggiungere due settimane di scuola, pagando i docenti di più per il lavoro extra".
Non tutti l’hanno presa bene.
"Non attribuisco la colpa ai docenti. Dico però che gli studenti dovrebbero poter recuperare".
Anche il ministro Bianchi ieri, in audizione, ha ammesso che la Dad ha lasciato “danni psicologici accentuati“.
"La scuola è troppo importante. E se c’era da mettere mano al portafogli per recuperare un po’ di tempo si doveva fare".
Invece sono stati sprecati soldi e tempo con banchi a rotelle e troppe mascherine. Il vero spreco non era perdere le lezioni, come inteso da tanti altri Paesi?
"Questione di priorità. Altrove le scuole sono rimaste più aperte, ma altri Paesi in compenso hanno fatto altri errori".
E dire che Draghi fin da subito parlò di recupero delle lezioni perdute. Ricorda?
"Se è per questo anche Bianchi lo disse, poi non so perché abbia cambiato idea, bisognerebbe chiederlo al governo".
La resistenza corporativa ha tirato il freno come sempre?
"C’è stata fin da subito una forte opposizione dei sindacati. Forse però non hanno considerato che si poteva pagare di più il lavoro aggiuntivo".
Il ’Piano estate’ mette a disposizione 150 milioni per potenziare l’offerta formativa. Si basa però sulla volontarietà: se l’istituto lo chiede, se l’insegnante dà disponibilità...
"Mi sembra difficile fare un accordo di questo genere su base volontaria, non mi pare che possa funzionare".
Ci sono dati che dimostrano che gli investimenti sulla scuola fanno crescere il Paese?
"Uno studio del Fondo monetario mostra che la forma di spesa pubblica più correlata alla crescita di lungo periodo è quella sulla pubblica istruzione, non sulle infrastrutture come si potrebbe pensare".
Secondo l’Osservatorio sui conti pubblici della Cattolica che dirige, in Italia ci sono pochi insegnanti?
"No, ma sono sottopagati. La Scuola ha subìto meno riduzioni del personale rispetto ad altri settori. Ma, dal 2008, ha avuto grossi tagli nel complesso".
Quando capiremo se abbiamo destinato bene i soldi del Recovery fund?
"Non prima di due anni, perché tanto ci vorrà per verificare se sono stati fatti investimenti giusti al netto della crescita dell’economia dovuta, invece, al ’debito cattivo’. Certo è che non possiamo perdere l’occasione di ridurre la burocrazia".
Lo dice da ex mister Spending review?
"Il dl Semplificazioni favorirà gli investimenti tra settori pubblico e privato. Importante sarà il potenziamento dell’istituto silenzio-assenso. Ma per risolvere i problemi dell’Italia ci vorrebbe un decreto semplificazioni al mese. Ricordiamoci che, se non vanno in porto le riforme, nessuno, nemmeno Draghi, ha la bacchetta magica".
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