Sabato 6 Luglio 2024
MASSIMO CUTO'
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A che ora è la fine del mondo? Adesso

Riecco i Maya. Otto anni dopo il flop, un ricalcolo assicura: il 21 dicembre 2012 era stato un errore di calendario, l’Apocalisse è oggi

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Mai dire Maya. E soprattutto mai di domenica. Pensavamo di essercela cavata e invece no: l’Apocalisse è in arrivo, proprio oggi 21 giugno. Scatta il diluvio universale. Oppure il terremoto planetario, lo tsunami globale, l’eruzione vulcanica termonucleare, la tempesta magnetica perfetta. A seconda delle preferenze.

La profezia dell’antico popolo precolombiano è tornata. Altro che 21 dicembre 2012: la fine del mondo è adesso. È il caso quindi di riaprire i bunker abbandonati otto anni fa con troppa leggerezza. C’eravamo sbagliati, scusate il ritardo. Avevamo fatto i conti senza l’oste, senza tener conto cioè della differenza tra il calendario gregoriano – introdotto da papa Gregorio XIII nel 1582 – e quello giuliano, promulgato da Giulio Cesare nel 46 avanti Cristo e spedito in archivio senza troppi complimenti per far posto all’altro. Fu allora che dal giovedì 4 ottobre si passò direttamente al venerdì 15, in base alle misurazioni di Copernico. Senza quella correzione, presto o tardi la Pasqua si sarebbe festeggiata in estate.

Un’eresia che la bolla papale scongiurò. Il calendario giuliano, come la maggior parte dei nostri treni, portava ritardo: un giorno perso ogni 128 anni. Meglio, molto meglio, il calendario gregoriano: il Frecciarossa pontificio ha ridotto il margine d’errore a un giorno ogni 3323 anni. Più che accettabile, tutto sommato. Ma secondo una teoria strampalata, e come tale sposata subito dal popolo web, il passaggio da un calendario all’altro ha alterato il conto alla rovescia: quegli undici giorni di differenza, accatastati uno sull’altro con il passare dei secoli, fanno otto anni in totale. Che vanno a cadere proprio oggi. Così l’ufficiale giudiziario Maya torna a bussare alla nostra porta, sventolando una cambiale che credevamo caduta in prescrizione. "Non aspettatevi troppo dalla fine del mondo", raccomandava lo scrittore polacco Stanislaw Lec, il signore degli aforismi. Impossibile dire se succederà davvero, e sarebbe forse il male minore, vista la piega che sta prendendo il pianeta. Troppe volte abbiamo creduto vanamente che fosse scoccata l’ultima ora.

L’enigmista Ennio Peres, sfogliando i libri di storia, ha riepilogato fatti, nomi e situazioni. Ecco qualche esempio istruttivo, da qui all’eternità. Tenendo presente l’avvertimento di Einstein: "Solo due cose sono infinite, l’universo e la stupidità umana. E non sono sicuro della prima". Nel 1553 il matematico tedesco Michael Stifel annunciò che l’Apocalisse sarebbe scoccata il 18 ottobre, alle 8 del mattino: quando fu evidente che aveva sbagliato, la folla inferocita tentò di linciarlo. Il fanatico religioso William Bell fissò il Grande Botto al 5 aprile 1761: la delusione per non aver centrato il pronostico fu talmente cocente che finì in manicomio. Quanto al pediatra italiano Elio Bianco, affermò che il 14 luglio 1960 la Terra sarebbe stata distrutta da un’arma segreta americana. Per questo, con 45 aiutanti, costruì un’arca di 15 stanze in cima al Monte Bianco. Non servì. Il colpo di genio appartiene però al reverendo sudcoreano Lee Jang Lim, Chiesa missionaria di Tami. Predisse il Big One definitivo allo scoccare della mezzanotte del 28 ottobre 1992 e centomila fedeli, presi da panico e dall’isteria, gli affidarono i loro beni abbandonando case e lavoro. Fu arrestato per aver investito quattro milioni di dollari, frutto delle donazioni, in azioni a scadenza 1995. Roba da fine del mondo.