Ad Avetrana il sindaco ha sbattuto i piedi e il giudice gli ha dato ragione: via il nome della cittadina del Salento dall’adattamento cinematografico del delitto di Sarah Scazzi, ‘Qui non è Hollywood’. Una stilettata al linciaggio televisivo nei grandi casi di cronaca nera. Avetrana come Cogne, come Perugia.
Perugia no, lascia correre. Ormai la storia nera della studentessa inglese Meredith Kercher, violentata e sgozzata in una notte su cui non è mai stata fatta chiarezza, resta appiccicata alla capitale del cioccolato (e all’epoca della droga) come un brutto ricordo che nessuno ha il coraggio di archiviare. Non tanto perché, 17 anni dopo, si sta girando l’ennesimo film "di cui non si sentiva il bisogno", insorge l’avvocato Francesco Maresca, quanto perché la vera protagonista di quella pagina di sangue e misteri, sarà non la vittima, la ragazzina spezzata mentre si affacciava alla vita, ma Amanda Knox. Indagata, arrestata, condannata, assolta ma ancora lì, sulla scena del crimine, involontaria spettatrice, secondo l’ultima sentenza delle 7-8 che si sono susseguite.
La serie tv di Hulu, canale streaming della Disney, ha battuto il primo ciak a Orvieto, per poi spostarsi da martedì a venerdì nel capoluogo, rinviando anche le luminarie di Natale. Tra i produttori c’è la stessa Knox, con Monica Lewinsky, l’ex stagista coinvolta con l’allora presidente Bill Clinton nello scandalo Sexgate. Un’altra donna finita alla gogna mediatica. Ma su tutt’altro palcoscenico. A dare il volto ad Amanda è Margaret Qualley di Maid. La descrizione ufficiale spiega che la serie "è basata sulla storia vera" di come Knox sia stata "erroneamente condannata per l’omicidio di Meredith e descrive la sua odissea di sedici anni per liberarsi".
Oggi madre di due figli, Knox ha raccontato la sua esperienza nel memoir del 2013 Waiting to be Heard e poi in un altro libro. Free che uscirà il 25 marzo 2025: una sorta di atto secondo dopo l’assoluzione sua e di Raffaele Sollecito. L’unico colpevole è rimasto Rudy Guede ma nessuno ha mai sciolto il rebus di un delitto commesso ‘in concorso’ con altri. La storia dell’ex studentessa è stata al centro anche di un documentario su Netflix e del film di Lifetime Amanda Knox: Murder on Trial in Italy.
Chi storce il naso è Maresca. "A 17 anni dalla tragica morte di Meredith ancora continuiamo a parlarne nei luoghi meno appropriati" commenta il legale dei Kercher. L’omicidio di Mez ha tenuto banco per anni "nelle aule di giustizia e poi sui set televisivi e cinematografici per iniziativa di vari produttori e di Knox che continua a rimescolare su questa triste vicenda". "Ho già detto varie volte – sottolinea – che sarebbe opportuno il silenzio, ma evidentemente per questa americana sono importanti solo i profitti che ricava da una vicenda di cui si lamenta ma che le ha portato soldi e fama".
Anche perché, ricorda il legale "l’ultima sentenza della Corte d’appello di Firenze conferma la condanna per calunnia di Amanda nei confronti di Patrick Lumumba (indicato inizialmente come l’assassino, ndr) e la sua presenza nella casa del delitto con un triplo salto mortale che la vuole spettatrice, senza responsabilità, di un omicidio commesso a pochi metri di distanza da lei".
Eri.P.