Roma, 7 ottobre 2024 – Cogliere l’attimo. I soliti noti, professionisti della contestazione e del caos, hanno approfittato della manifestazione di Roma per attaccare le forze dell’ordine. Era quello il loro obiettivo, più che manifestare per la Palestina. Ma andiamo forse verso un autunno caldo nelle piazze? Gli addetti ai lavori frenano.
“Autunno caldo – osservano dal Viminale – è una espressione un po’ forte. la situazione è complessa, ma non ci sono elementi specifici che indichino una saldatura tra gruppi antagonisti o tra questi e movimenti stranieri né pianificazione di infiltrazioni sistematiche in manifestazioni di piazza. Certamente l’aria del dissenso radicale esiste, e la previsione è che continuerà a fare quanto visto negli ultimi anni. Diciamo che c’è allerta ma non allarme”.
Ad essere monitorate con attenzione, visto l’attivismo di questi anni, sono l’area anarco-insurrezionalista e l’oltranzismo marxista-leninista. Quest’ultima era cerchiata di rosso per l’evento di sabato. “È in questo ambito – si osserva infatti in un documento del Dis – che lo storico sostegno alla resistenza palestinese ha lasciato spazio anche a interpretazioni di maggiore radicalità e intransigenza che si sono spinte a giustificare l’attacco armato di Hamas contro quello che loro chiamano colonialismo sionista”. E invece a vedersi di più alla manifestazione di Roma sono stati gli anarco-insurrezionalisti (in particolare gruppi di anarchici toscani, lombardi e piemontesi) e i centri sociali, in particolare elementi che ruotano attorno ai centro i Akatasuna e Gabrio di Torino, alla Panetteria Occupata e il Gramigna di Milano, ai centri sociali di Padova e Roma.
Più attivi del previsto anche gli studenti delle superiori di almeno quattro istituti romani e un paio di collettivi universitari della capitale: proprio da questi ambienti, sarebbero venuti alcuni degli elementi più attivi negli scontri di piazza. “Ma nelle scuole secondarie – si osserva – non c’è una ondata di occupazioni, il che riduce un po’ il rischio, mentre, di contro, nelle università le occupazioni erano iniziate già a maggio all’università di Bologna, poi è stata la volta della Sapienza di Roma, della Federico II di Napoli, Torino, Padova e di altre. E questo è uno storico serbatoio di malcontento”. I collettivi studenteschi sono pronti a far scattare la mobilitazione per “l’ottobre dell’intifada“ e una serie di cortei e iniziative sono già stati annunciati.
Per oggi sotto la lente c’è in particolare tutta l’area del Ghetto, dove si svolgerà in Sinagoga la cerimonia commemorativa per il 7 ottobre alla presenza della premier Giorgia Meloni. Inoltre, in concomitanza con le commemorazioni del Ghetto, davanti al tribunale di Roma si ritroveranno i collettivi della Sapienza per protestare contro l’arresto di uno dei manifestanti al sit in di piazzale Ostiense. Domani e dopodomani a Roma c’è poi, alla Nuvola dell’Eur, un’altra manifestazione a rischio scontri: i movimenti e i collettivi manifesteranno in occasione della Cybertech Europe dove si parlerà di cybersicurezza. Nel mirino delle proteste potrebbe finire Leonardo, società italiana attiva nei settori della difesa.
Il 12 ottobre scenderà infine in piazza la comunità palestinese di Roma e del Lazio, l’associazione più vicina all’ambasciata palestinese in Italia. Sempre nella capitale, a Piazza del Popolo, è prevista il 19 ottobre la manifestazione dei sindacati su “salario, salute e occupazione“: un grande appuntamento che per i “soliti noti“ potrebbe essere l’occasione per infiltrarsi. Tutto conosciuto, tutto grossomodo previsto e le forze dell’ordine stanno lavorando per prevenire i problemi. Ma da qui ad avere piazze del tutto tranquille, ce ne corre.