Roma, 19 aprile 2011- Pierluigi Concutelli, il leader di Ordine Nuovo, che il 10 luglio del 1976 uccise a Roma il magistrato Vittorio Occorsio, è tornato in libertà. Nei giorni scorsi gli è stata riconosciuta la sospensione della pena per le gravi condizioni di salute.
Pierluigi Concutelli, dopo essere stato colpito nel 2009 da ischemia cerebrale, è assistito da Emanuele Macchi, che fu uno dei capi dello spontaneismo armato. Per il grave decorso della malattia, non riesce a parlare e comunica scrivendo.
Pariolino, più volte arrestato, Macchi è stato condannato come uno dei capi del MRP (Movimento rivoluzionario popolare), gruppo di estrema destra collegato a ‘Costruiamo l’azione’, che compì nel 1978 e nel 1979 attentati dinamitardi contro ‘simboli del potere’ a Roma: il Campidoglio, la Farnesina, il carcere di Regina Coeli.
LA FAMIGLIA DELLA VITTIMA - "Io a Concutelli gli avrei dato la pena di morte. E non parlo solo come nipote di Vittorio Occorsio ma perché l’Italia da oggi è un paese meno sicuro con lui in libertà". E’ l’opinione di Vittorio Occorsio, nipote ventitreenne del giudice, del quale porta lo stesso nome. "Sono incredulo e amareggiato", dice il ragazzo.
Più pacato, invece, la dichiarazione del padre del giovane, figlio della vittima. "L'’affermazione di mio figlio Vittorio riflette lo sconcerto e il dolore della nostra famiglia nell’apprendere la notizia - sostiene Eugenio Occorsio -.
Però di pena di morte non è il caso di parlarne perche’ e’ estranea alla cultura della nostra famiglia".
CHI E' PIERLUIGI CONCUTELLI - Dal marzo 2009 era agli arresti domiciliari, che aveva ottenuto dopo essere stato colpito da una grave ischemia cere Romano, oggi sessantasettenne, Concutelli è stato fin da giovanissimo militante di gruppi giovanili di destra a Palermo fino a diventare, nei primi anni Settanta, uno dei capi di Ordine Nuovo.
Il 10 luglio del 1976 uccise a Roma il giudice Vittorio Occorsio: arrestato pochi mesi dopo, nella sua casa venne trovato un vero e proprio arsenale. In carcere a Novara, insieme a Mario Tuti, uccise, strangolandoli, altri due terroristi neri detenuti, Ermanno Buzzi e Carmine Palladino, implicati nelle inchieste sulle stragi di Bologna e di Brescia e considerati da Concutelli dei delatori. Per l’omicidio di Occorsio e dei due neofascisti e’ stato condannato tre volte all’ergastolo.
Nel giugno del 2000 ottenne la possibilità di uscire dal carcere durante il giorno per recarsi al lavoro. Il regime di semilibertà gli è stato revocato nell’ottobre dello scorso anno, dopo che fu trovato in possesso di una modesta quantità di hashish.
Durante gli ultimi mesi nei quali si è potuto allontanare dalla sua cella, Concutelli, autore anche del libro biografico 'Io, l’uomo nero', ha partecipato anche ad una intervista televisiva a La7 durante la quale disse di non essersi pentito del suo passato neofascista, ma di provare rimorso per l’omicidio di Occorsio.
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