Agrigento, 23 ottobre 2010 - Catturato a Favara (Agrigento) il superlatitante di mafia Gerlandino Messina, 38 anni, di Porto Empedocle, nell’elenco dei latitanti di massima pericolosità del ministero dell’Interno. L'operazione è stata portata a termine dagli uomini del Gis (gruppo di intervento speciale) dei carabinieri.
Gerlandino Messina era un fantasma da oltre dieci anni. Nato a Porto Empedocle nel 1972, è figlio dello storico capomafia agrigentino Giuseppe Messina. Ricercato dal 1999, sulla sua testa pende una condanna per associazione mafiosa. La sua scalata al vertice della mafia agrigentina inizia nel 1986, dopo l’uccisione del padre. La carriera all’interno dei ranghi di Cosa nostra, culminata nel 2003 con il comando su tutta la provincia di Agrigento, fu favorita anche dal beneplacito espresso verso la sua posizione di Bernardo Provenzano.
Dal 2 febbraio 2001 erano state diramate le ricerche in capo internazionale. L’ascesa di Gerlandino Messina corrispose alla parallela caduta di Luigi Putrone, altro capomafia operativo in quella zona fino a quel momento, e costretto a lasciare Porto Empedocle nel 1998. Messina è diventato il numero uno di Cosa nostra ad Agrigento dopo l’arresto di Giuseppe Falsone, il 25 giugno scorso a Marsiglia, nel sud della Francia, di cui era fino a quel momento il ‘vice’. E attualmente sarebbe il numero due di Cosa Nostra.
Con l’arresto di oggi si riducono a 16 i latitanti "di massima pericolosità" inseriti nel programma speciale di ricerca della direzione centrale della polizia criminale. L’elenco, che inizialmente conteneva 30 nomi, è stato via via ‘spuntato’ con i 14 arresti avvenuti dal 2008 ad oggi. Tra questi spiccano Giovanni Nicchi (mafia), Giovanni Strangio (‘ndrangheta), Salvatore Russo (camorra). Tra i 16 rimasti da catturare, il più noto è il boss di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro.
I COMPLIMENTI DI MARONI - "La cattura di Messina è un colpo mortale per la mafia agrigentina". Con queste parole, il ministro dell’interno Roberto Maroni, si è congratulato con il comandante generale dell’arma dei carabinieri Leonardo. "Con l’arresto di oggi il cerchio attorno a Matteo Messina Denaro si fa sempre più stretto", ha poi sottolineato il ministro Maroni. Messina Denaro, il boss della provincia trapanese, è considerato infatti l'attuale vertice operativo di Cosa Nostra.
IL PREMIER - Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha chiamato il ministro dell'Interno e il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Leonardo Gallitelli, e si è congratulato con loro. Il presidente Berlusconi ha sottolineato al ministro Maroni come questa operazione confermi "il successo senza precedenti del Governo nella sua battaglia contro la criminalità organizzata"
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