Roma, 2 giugno 2019 - «Stanno veramente distruggendo le Forze Armate». Il generale Mario Arpino, 82 anni a luglio, ex capo di stato maggiore della Difesa e dell’Aeronautica, è un friulano tosto. Non ama le polemiche, ma ha deciso di esporsi e non partecipare («e le assicuro che mi dispiace moltissimo») alla parata dei Fori Imperiali per il 2 giugno «perché proprio non potevo più far finta di nulla».
Generale Arpino, come è maturata la scelta di dissociarsi pubblicamente dalle poltiche per la Difesa di questo governo?
«Da comandante ho sempre seguito i miei militari, e con orgoglio. Per questo, pensando a chi serve il Paese, all’invito del cerimoniale ho risposto che non sarei stato presente perché mi mancava la serenità d’animo per stringere le mani a coloro che, in posizione di responsabilità, hanno dimostrato scarso interesse per l’efficienza e il buon nome delle Forze armate e che in varie occasioni si sono espressi in termini non convenienti e irriverenti nei confronti di una istituzione dello Stato. Andare avrebbe voluto dire per me mostrare una forma di ipocrisia salottiera. Che non mi appartiene. Festeggerò in solitudine, a posto con la mia coscienza».
Con lei non andranno anche i generali Camporini e Tricarico. Ce ne sono altri?
«Non lo so, forse. Di sicuro noi tre non ci siamo coordinati ma abbiamo fatto la stessa scelta, a riprova che il malessere è diffuso. Sto ricevendo centinaia di sms di militari che ci ringraziano. Chi è in servizio, giustamente, non può parlare, ma anche tra loro molti sono solidali con noi».
Lo Stato Maggiore della Difesa si è dissociato “da ogni polemica o presa di posizione personale”.
«Io ho fatto il Capo della Difesa e il Capo dell’Aeronautica. Capisco bene che i miei successori hanno una posizione istituzionale da difendere, è loro dovere. Ripeto che non intendevo entrare in polemica con nessuno, solo essere a supporto delle Forze Armate».
Cosa addebita al ministro Trenta?
«Il ministro Trenta sta facendo il suo lavoro, credo abbia la capacità e la cultura di farlo bene, ma lei è presa prigioniera di una politica che non le permette di effettuare le scelte che servono. Guardiamo a quanto fatto e soprattutto a quanto non è stato fatto. Abbiamo avuto per mesi i nostri ragazzi all’estero senza un decreto missioni, è possibile? Abbiamo i bilanci difesa tagliati e ritagliati e questo significa che non solo è sempre più problematico avere nuovi sistemi d’arma ma non c’è continuità neppure nella manutenzione e nell’addestramento. Vedo una trascuratezza, un disinteresse, un prevalere degli interessi di partito. Stanno veramente distruggendo le Forze Armate».
Addirittura. Le diranno che rema contro...
«Ho giurato fedeltà alla Repubblica. Non accetto appunti morali, la mia è una critica costruttiva, e purtroppo necessaria».
Tra i motivi del vostro malumore c’è anche la questione dei tagli alle pensioni, che, da generali, non sono basse.
«Chi ha servito di più, merita avere di più. E conta anche il come sono arrivati certi tagli. Per il contributo di solidarietà, che va dal 5 al 40%, si è proceduto con molto cinismo, con una campagna utilizzata per fini politici che per noi è stata davvero offensiva. Quasi una gogna mediatica che non ci meritavamo».
Le brucia il “i pensionati d’oro si vergognino” di Di Maio?
«Ma che si vergogni lui, io ho servito il Paese tutta la vita, ho rischiato quanto lui non rischierà mai. Molti colleghi sono tornati in una bara, altri portano nel fisico le conseguenze del servizio reso. Ho preso la pensione sulla base dello stipendio che avevo e alle leggi dell’epoca, di cosa mi dovrei vergognare? Ma per favore...».